Alessandro Plizzari è stato legato fin da bambino al Milan. Classe 2000 e tifoso milanista, è entrato nel settore giovanile rossonero all’età di 5 anni e mezzo. Ha preferito questi colori a quelli nerazzurri dell’Inter. Alessandro è quindi stato un talento creato in casa, nel centro sportivo di Vismara. A soli 16 anni ha iniziato ad attirare molte attenzioni su di sé, riuscendo ad entrare nella formazione Primavera e a guadagnarsi i primi allenamenti da aggregato con la prima squadra, nonché le prime grandi soddisfazioni. Quell’anno ha aggiunto al proprio palmarès una Supercoppa Italiana, vinta ai rigori contro la Juventus. Ed è divenuto il primo giocatore del 2000 ad essere convocato in Serie A.
Nonostante ciò, non era ancora arrivato il momento del suo esordio ufficiale. Ha chiuso dunque la stagione 16/17 senza presenze tra i grandi. Nella stagione successiva il Milan ha deciso di cederlo in prestito in Serie B alla Ternana. Lì esordisce prima in Coppa Italia, a soli 17 anni, e poi nella serie cadetta in una partita pareggiata contro l’Empoli di Bennacer e Krunic, segnando pure la rete dell’1-1 finale. Una stagione buona dal punto di vista personale. La squadra però retrocede in Serie C. L’annata seguente il ritorno al Milan, che ha deciso di puntare su di lui… ma solo come quarto portiere.
Meteoria: la carriera di Plizzari su un piano inclinato, dal Milan alla C solo andata
Alessandro Plizzari, da promessa del Milan alla Serie C
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In seguito viene mandato altri due anni in prestito rispettivamente a Livorno e Reggina (Serie B). Il suo cartellino è sempre del Milan, inizia la stagione 2021-2022 ma a metà campionato è nuovamente ceduto in Serie B, stavolta al Lecce che otterrà la promozione. Gavetta e presenze con le nazionali giovanili non convincono ancora il Milan, che nell’estate 2022 lo cede a titolo definitivo al Pescara in Serie C, dove gioca tutt’ora.
Una discesa di carriera impronosticabile per un giovane che è sempre stato paragonato a Donnarumma, tanto per il percorso giovanile quanto per il talento. Addirittura, negli anni di giovanili, anche l’allora presidente Silvio Berlusconi dimostrò la grande considerazione che la Società aveva in lui, dichiarando: «Dietro Donnarumma c’è un altro portiere che i preparatori mi dicono essere altrettanto bravo, oltre che di un anno più giovane». Gli ingredienti per diventare uno dei più giovani esordienti della storia rossonera e un simbolo di questo club c’erano tutti, ma per qualche ragione non gli è mai stata data una concreta possibilità.




