L’allerta Coronavirus preoccupa l’Italia e anche il campionato di Serie A è costretto a fermarsi: che succede al Milan e che misure saranno? Nessuna emergenza (per il momento) ma ipotesi da non scartare. Il Milan domenica attende il Genoa a San Siro e poi fa visita alla Juve. L’allerta Coronavirus preoccupa l’Italia e anche il campionato di Serie A è costretto a fermarsi. Sono quattro le partite posticipate a data da destinarsi e riguardano, a livello territoriale, le regioni maggiormente colpite dalla pandemia, se è giusto così definirla: Inter-Sampdoria e Atalanta-Sassuolo, match rientranti nelle restrizioni attuate dalla Regione Lombardia, la più colpita, poi Verona-Cagliari in Veneto e Torino-Parma in Piemonte.
Scuole e Università chiuse, sospesi un numero elevato di eventi pubblici, il livello di prevenzione si alza di ora in ora. Il rischio che la fase precauzionale si trasformi in una vera e propria emergenza è oggi scongiurato ma va preso in ogni caso in considerazione, con cautela e serietà. In quel caso il campionato di calcio non potrà certo fermarsi a lungo, anche perché il calendario da qui a giugno è fitto di impegni e sfocia, in estate, nel tanto atteso Europeo.
Coronavirus, livello alto: campionato a rischio “porte chiuse”
Coronavirus, se si continua così saranno misure drastiche
L’Italia, tra l’altro, sarà protagonista con la propria Selezione azzurra e uno dei Paesi ospitanti. I prossimi turni di Serie A e delle coppe (quella nazionale e le europee), in programma sulla nostra Penisola, potrebbero pertanto disputarsi a porte chiuse. I cittadini sperano che la situazione migliori, dall’estero chiedono chiarimenti (il Ludogorets, atteso in settimana a San Siro, ha già preso contatti con Uefa e Inter).
Il Milan, oggi fermo con la Prima Squadra femminile – Giacinti e compagne avrebbero dovuto affrontare la Fiorentina -, domenica è impegnato in casa alle 12.30 contro il Genoa, poi sarà di scena mercoledì 4 a Torino sul campo della Juve per il ritorno della semifinale di TIM Cup e quindi a Lecce, il 9 marzo alle 20.45. Il rischio di dover guardare le prossime partite in diretta tv dal divano di casa, lontano da qualsiasi luogo affollato, è ipotesi oggi non ufficiale ma purtroppo realistica.