Caso ultras, il giornalista Massimo Giletti ha attaccato il sistema italiano per le differenze d’indagine tra Juventus, Inter e Milan
Il noto conduttore tv Massimo Giletti si sta spendendo in prima persona per quanto riguarda l’inchiesta “Doppia Curva”, che ha portato all’arresto di 19 capi ultras di Inter e Milan. Il giornalista sta, infatti, dedicando tanto tempo al caso giudiziario e nel corso del suo programma, “Lo stato delle cose” ha avanzato pesanti accuse al sistema italiano per come sta gestendo la vicenda ultras.
Secondo Giletti, infatti, non c’è equilibrio tra i precedenti di una vicenda simile con protagonista la Juventus: “Questo è uno degli aspetti che più stridono all’intera vicenda. Perché la Juventus a Torino è stata coinvolta in un’inchiesta senza precedenti, quando a Milano per anni è stato fatto scendere il silenzio anche di fronte a omicidi e vicende che hanno coinvolto il gotha della criminalità organizzata?”
Questa l’idea di Giletti sul ruolo delle istituzioni nella vicenda che ha colpito le tifoserie organizzate di Milan e Inter:
Il mio timore è che lo Stato consideri le curve degli stadi delle “zone franche”, lasciandole di fatto nelle mani della criminalità.
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Giletti si spiega così le differenze d’indagine tra Torino e Milano:
Non voglio pensare che esistano due pesi e due misure, anche se il sospetto sorge spontaneo. Ma questa vicenda è dimostrazione plastica del fatto che esistano luoghi, come Torino, in cui vige una sistematica marcatura stretta sulla società Juventus, mentre altrove questo atteggiamento non si riscontra