Da alcune dichiarazioni prepartita di Stefano Pioli sembrano evidenziare paura: Milan-Spezia è così difficile da affrontare? Il tecnico in conferenza alla vigilia del terzo turno di campionato. Cambi in vista: «In Portogallo pensavo di non dare riferimenti ai difensori centrali del Rio Ave, giocando tra le linee. Vediamo domani le caratteristiche degli avversari».
È stata una settimana assurda per il Milan. La sfida infinita di Vila do Conde di giovedì sera ha segnato volti e muscoli degli uomini di Pioli, ma anche fatto riprendere al gruppo il lavoro a Milanello con il sorriso. Arriva lo Spezia domani pomeriggio a San Siro (ore 18.00, diretta tv su Sky Sport e live testuale su Daily Milan) ed è un bene che non sia una big a presentarsi al cospetto di questo Diavolo dal carattere di ferro ma fisicamente alle corde. Poi ci sarà la sosta e tutto il tempo necessario per recuperare le energie e preparare minuziosamente il derby contro l’Inter di Conte. Con un obiettivo, che passa però dai novanta minuti del Meazza del weekend contro la neopromossa di Vincenzo Italiano, arrivare alla Stracittadina dell’11 ottobre da primi in classifica.
«Lo Spezia – esordisce Pioli nella tradizionale conferenza stampa della vigilia, lontana da taccuini e telecamera come da protocollo anti-Covid – è un avversario difficile che arriverà con entusiasmo e voglia di giocare». Quindi il monito: «Facciamoci trovare pronti». Nell’ultimo turno i liguri hanno ottenuto la loro prima storica vittoria in Serie A, impresa completata ai danni dell’Udinese: «Contro il Sassuolo hanno fatto un buonissimo primo tempo – spiega Pioli –, giocano a memoria, sono stati in partita. Hanno cambiato 15-16 giocatori rispetto all’anno precedente, ma hanno mantenuto le idee di gioco. Poi hanno vinto su un campo difficile come Udine. Dobbiamo essere più rapidi, più decisi, più determinati di loro».
C’è lo Spezia, Pioli: «Loro giocano a memoria». E su Hauge l’annuncio a sorpresa…
Nulla di così complicato, anche se sarà ancora una volta – dopo Crotone e Rio Ave – il Milan di Ibra senza Ibra: «Zlatan sta bene, è voglioso di tornare. Dispiaciuto di passare una giornata così importante da solo, senza la sua famiglia. Gli facciamo i migliori auguri per il compleanno». Dalla Norvegia è arrivato però Jens Petter Hauge, il furetto che ha drizzato le antenne dei pochi presenti in tribuna contro il Bodo/Glimt e che molti addetti ai lavori considerano proprio il vice Ibrahimovic: «Potrebbe giocare – commenta a sorpresa Pioli – e pure dall’inizio… anche se è vero che lo abbiamo conosciuto soltanto ieri.
A livello fisico sta bene, probabilmente meglio di noi perché arriva da un campionato in cui ha già giocato molte partite. Sarà convocato e vedremo che sviluppo avrà la partita. Ho parlato con lui, in carriera ha giocato soprattutto a sinistra e al centro, ma anche qualche volta a destra. È un giocatore veloce e con qualità, devo capire come utilizzarlo al meglio».
Il Milan, i milanisti, Pioli stesso si attendono molto anche da Rafael Leao, apparso un po’ troppo pasticcione giovedì sera nella sua Portogallo in Europa League: «Si allena soltanto da una settimana. Se non avessimo avuto le problematiche di Zlatan e Ante gli avrei concesso più tempo per tornare in squadra. Contro il Rio Ave un paio di strappi, si è guadagnato una bella punizione dal limite dell’area. Non ha fatto nulla per due mesi, dobbiamo aspettarlo». Spazio quindi a una rapida analisi sugli altri singoli della rosa: «Tonali aveva già fatto bene a Crotone. Non è un giovane di prospettiva, è un titolare del Milan.
Ci aspetta una stagione lunga. Diaz ci dà soluzioni nell’uno contro uno, è importante perché non abbiamo tantissimi giocatori bravi su questo fattore specifico. Deve attaccare ancora meglio l’area, perché può essere determinante in fase realizzativa. Maldini titolare domani? Vedremo. In Portogallo pensavo di non dare riferimenti ai difensori centrali del Rio Ave, giocando tra le linee. Vediamo le caratteristiche degli avversari». Insomma, lo Spezia non fa paura a nessuno ma Pioli preferisce rimanere abbottonato. E non certo per il freddo autunnale che da giorni copre lentamente il cielo di Milano.