Cessione Milan, La Repubblica ha visionato la proposta di vendita di Gerry Cardinale si parla anche dello stadio di proprietà che oggi non c’è ancora…
Il Milan è in vendita. Gerry Cardinale ha dato incarico alla Washington Harbour, società di investimenti e consulenza finanziaria, di vendere una quota azionaria, pari al 22% del capitale che 25 mesi fa Cardinale avrebbe raccolto e investito nel Milan.
Il dossier, come detto, circola dallo scorso maggio negli ambienti finanziari internazionali. E La Repubblica lo ha potuto visionare.
Washington Harbour spiega di aver ricevuto mandato da RedBird per ribilanciare l’esposizione del manager newyorchese dell’intrattenimento. Il quale, a dispetto delle recenti dichiarazioni riportate dal Financial Times su “valutazioni enormemente gonfiate delle squadre di calcio, basate su nozioni facili riguardo la futura crescita del settore”, prima dell’estate ha commissionato il dossier che definisce “un’opportunità speciale” l’acquisto di quasi un quarto dell’investimento di RedBird nel Milan. Per invogliare gli acquirenti, le condizioni sono molto vantaggiose, “malgrado la significativa outperformance”, il risultato finanziario, “del 2022-23”.
Cessione Milan, Gerry Cardinale parla di guadagni per uno stadio che non esiste ancora!
Cessione Milan, La Repubblica: Gerry Cardinale vende anche lo stadio che non c’è ancora…
LEGGI ANCHE Cessione Milan, La Repubblica: Gerry Cardinale pronto a vendere il 22%. Aumenta il debito con Elliott
La Repubblica continua: “L’elemento chiave è il futuro stadio di proprietà, i cui ricavi ipotizzati sono di ben duecentoundici milioni l’anno. Un miliardo è la spesa, finanziata in parte con novecento milioni di debito, per un impianto da oltre settantamila posti di cui oltre tredicimila premium (club, logge, skybox), per il quartiere generale del club e per lo store, il museo, l’hotel, l’area ristoranti e bar, la vendita al dettaglio. La partenza dei lavori viene dichiarata ad ottobre 2025, la conclusione nel 2029. Ma la realtà è nebulosa, visti il passo indietro verso la coabitazione con l’Inter per dividere le spese, e poi il revival dell’area di San Siro col parziale abbattimento dell’attuale Meazza”.
Poi ancora:
“Per ingolosire i soci eventuali, viene prefigurato un ricco guadagno all’uscita: chi investe i suddetti centocinquanta milioni potrebbe uscire nel 2027, rivendendo le proprie quote addirittura a trecentonovanta milioni, 2.6 volte in più. Tre sono i differenti scenari, legati anche alle cosiddette assumptions sportive, le previsioni minime in funzione del mero business che fanno storcere il naso ai tifosi: sempre il terzo posto in campionato e un cammino ordinario in Champions (non oltre i play-off nel 2024-25, ottavi di finale nel 2025-26 e nel 2026-27)”.