Se Rafa gioca come sa fare è tra i migliori talenti d’Europa, dopo la doppietta al Maradona il Milan di Pioli può sognare anche la vetta più alta.
Con Victor Osimhen in campo probabilmente il finale del film domenica sarebbe stato diverso, la sconfitta meno roboante, i titoli di coda avrebbero raccontato forse un pareggio, non lo sapremo mai. Con Rafa Leao versione da Pallone d’Oro – questa invece è una certezza – il Milan può sognare in grande.
Il 4-0 al Maradona ha messo nero su bianco la prima sentenza: il Diavolo sa essere più bravo dei futuri campioni d’Italia, Pioli migliore di Spalletti nel leggere e affrontare le partite (lo aveva già dimostrato un anno fa). È un Milan che non ha mai smesso di sorprendere, quando crede nella proprie abilità difficilmente sbaglia.
Con questo Leao può superare il Napoli anche nel doppio confronto di Champions League. Sarà un’altra storia, una zuppa di emozioni diversa, più forti e al tempo stesso più fragili. La cura dei dettagli sarà ancora più maniacale e, soprattutto, il grande scontro europeo durerà almeno centoventi minuti: sarà come una lunga partita a scacchi e ogni mossa potrà essere quella decisiva.
Con questo Leao, il Milan può vincere la Champions
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Ma con questo Leao, talento puro e mai scomparso come in molti invece sostenevano, il Milan può davvero farcela, anche perché affronterà la prima delle due sfide davanti al proprio pubblico. E può farcela anche oltre, a superare le semifinali di Champions e volare dritto verso l’Ataturk di Istanbul, sede della finalissima del prossimo 10 giugno.
Milan, con il vero Leao la finale di Champions non è impossibile
Quello stadio nel 2005 fu il teatro dell’impossibile e il Milan lo sa bene: in finale di Champions, l’allora dream team di Carlo Ancelotti in vantaggio di tre gol si fece rimontare dal Liverpool di Benitez e poi perse la coppa ai calci di rigore. Per quel Milan fu il peggior incubo di sempre, per il Milan oggi di Leao Istanbul sarebbe invece il sogno più bello: tornare su quel tappeto verde e riprendersi ciò che il Dio del calcio gli aveva clamorosamente tolto.




