Ottima la prima impressione che Dalot ha dato al Milan: segno tangibile, questo, dell’ottimo lavoro di Maldini. Un tiro uguale un goal. Il primo in assoluto alla prima conclusione in porta della sua carriera da milanista. Diogo Dalot uno scenario migliore non poteva nemmeno sognarselo. All’esordio sul verde di San Siro, giovedì in Europa League, il terzino portoghese ha già messo una spunta alle caselle dei record. Era sceso in campo a Glasgow e quella era stata la sua prima uscita da titolare con la maglia del Milan dal suo arrivo a Milanello.
A Celtic Park, a destra, al posto di Davide Calabria, non aveva “bucato lo schermo” ma non aveva nemmeno demeritato. Compito dalla difficoltà media, esecuzione appena sopra la sufficienza. Nessuna lode. Contro lo Sparta Praga ha viaggiato sulle stesse frequenze scozzesi incastrato però sul binario opposto, sostituto di Theo Hernandez per la prima volta in stagione a riposo in panchina. L’accelerata nella ripresa, con l’assist a Leao per il 2-0 e la griffe sulla terza rete alla compagine ceca, entrambe le azioni disegnate in mediana da Bennacer.
In appena una manciata di partite, Diogo si è già superato rispetto alla sua ultima stagione in Inghilterra, archiviata con una lista infinita di assenze per infortunio e una marcatura, nel 4° turno di FA Cup: «Sono un uomo felice – ha detto ieri ai microfoni di Sky Sport – . Sono soddisfatto ai massimi livelli. Sto lavorando duro, cerco la strada per tornare al top e sento di migliorare. Ma soprattutto di essere nel posto giusto: qui al Milan mi sono subito trovato benissimo».
Il Milan è tornato a “sfornare” terzini: l’esordio del portoghese promette bene ma è presto per tirare le somme.
Milan, Dalot è un’altra intuizione di Paolo Maldini
La soddisfazione traspare evidente anche sul volto disteso (mai come in questi mesi) di Paolo Maldini. Il Direttore Tecnico del Milan è sempre stato convinto delle sue scelte e dopo Theo Hernandez sembra aver azzeccato un altro colpo sulle fasce. Lui che è stato il re dei terzini e che del ruolo se ne intende più di molti altri colleghi. Oggi appare sfocato, lontano, quel Milan che per anni si è disperato alla ricerca di esterni che non facessero rimpiangere Serginho e Cafu, gli ultimi grandi campioni che il Meazza ha visto correre da una curva verso l’altra.
Dalot a Milano è atterrato con la formula del prestito secco e bisognerà quindi trattare con lo United a fine stagione – se non prima – per assicurarsi a lungo le sue prestazioni. Che ovviamente il Milan spera mantengano lo standard apprezzato contro lo Sparta, in un ruolo che appena pochi giorni prima era finito sotto la lente della critica per “mancanza di valide alternative”. Dalot oltretutto è elemento duttile, può destreggiarsi senza problemi su entrambi i lati del campo.
La Società si augura di percorrere la stessa strada intrapresa per Hernandez, arrivato in prestito e riscattato a titolo definitivo. In Premier Diogo, classe 1999, era sbarcato dal Porto nel 2018 per 22 milioni di euro, se continuerà come ha iniziato tra qualche mese potrebbero servirne di più. È presto per parlarne, ma i pensieri iniziano a circolare insistenti ai piani alti del Portello: «Vediamo cosa succede a fine stagione – ha commentato il giocatore a Sky – Per ora non voglio pensarci: sono concentrato al cento per cento sul Milan e questo è quanto».