Ha lasciato l’Europa e lo United a caccia di nuovi stimoli o più semplicemente per sfuggire a quello che poteva sembrare un primo accenno di lento, ma inesorabile declino: Zlatan Ibrahimovic è nato per fare e continuare a fare la differenza. Nelle parole con i suoi innumerevoli deliri di onnipotenza, ma soprattutto nei fatti. Ha regalato perle di classe e momenti di altissimo calcio ad ogni tifoseria della quale è stato beniamino, non poteva fare diversamente nel suo esordio americano. Arrivato giovedì a Los Angeles, lo svedese ci ha messo giusto sei minuti per far godere i supporters dei Galaxy. L’occasione era delle più ghiotte, il derby contro i Los Angeles FC, il giusto scenario per “Dio” Zlatan. Sotto per 3-1, al 71esimo Lletget allenatore dei Galaxy decide di lanciare nella mischia Ibra, fino ad allora seduto in panchina. Dopo 2 minuti dal suo ingresso il divario si è ridotto ad una rete (firma di Pontius), poi a fare il resto ci ha pensato lo svedese. Al minuto 77 destro al volo dalla trequarti e 3-3 ottenuto da suoi. Esultanza sobria per Ibra, maglia tolta a forza e fisico esibito con vanto. Al 91esimo su cross di Cole (ex di Arsenal, Chelsea e Roma) Zlatan beffa in anticipo di testa il portiere avversario Miller. Finale neanche a dirlo, vittoria in rimonta dei Galaxy per 4-3 guidati dalla nuova stella dell’MLS, tale Ibrahimovic.