Avvicinato dalla redazione, l’avvocato Giuseppe La Scala ha gentilmente concesso un’intervista a Daily Milan dove si parla non solo di campo ma anche del caos mediatico che sembra regnare sovrano attorno la società di via Aldo Rossi.
Il Milan della nuova era, quella capitanata da Yonghong Li sta facendo fronte a diverse situazioni poco piacevoli, che non riguardano solo il campo. I risultati, infatti, almeno nella prima parte di stagione non sono stati quelli cui ci si aspettava o sperava di ottenere. Ben diversa, invece, è la seconda ‘spina’. Praticamente dal 14 aprile 2017 (o meglio ancor prima del closing) la società di via Aldo Rossi continua ad essere ‘nell’occhio del ciclone’ con parte degli organi di stampa pronta a sollevare dubbi che non fanno altro che creare confusione anche nella testa del tifoso moderno, colui che si affida molto ai social network e attraverso i quali esprime il proprio pensiero, talvolta non accertandosi neanche della verità.
Intercettato dalla redazione di Daily Milan, l’avvocato Giuseppe La Scala, Senior Partner e piccolo azionista del Milan, ha parlato a tutto tondo dei colori rossoneri, partendo proprio dalla ‘guerra mediatica’ intrapresa contro gli organi dirigenziali, senza, però, dimenticare coloro che settimana dopo settimana sperano di risollevare le sorti della società attraverso i risultati da ottenere sul campo, con la speranza di riportare al più presto il marchio Milan in cima al mondo, la squadra.
Premettendo che il Presidente Yonghong Li ha dato già tutte le risposte necessarie anche attraverso un comunicato ufficiale, che idea si è fatto in merito al ‘polverone’ sollevato da alcuni organi di stampa lo scorso fine settimana?
«Quella alla quale stiamo assistendo è una evidente campagna di stampa. Alcuni organi di informazione, alcune componenti del giornalismo sportivo stanno lanciando un avvertimento al Milan: è come se gli dicessero “Non pensare di poter fare a meno di noi nella tua comunicazione; non pensare di poter disintermediare la tua relazione con i tifosi e di sostituire le dirette facebook alle tradizionali conferenze stampa. Non pensare che la tua proprietà possa snobbare i giornalisti italiani. Se lo fai ti colpiremo”. E in questo trovano sponda con il sistema di potere rappresentato dai procuratori e dagli agenti (ai quali il Milan dice di non voler più riconoscere le commissioni spropositate dell’ era Galliani). Basti pensare al famoso show di questa estate a Montecarlo offerto a Raiola.
Non si tratta solo di un giornalismo modesto, che specula su non-notizie e non sa nemmeno cosa sia fare inchiesta. E’ un chiarissimo gioco di potere».
L’avvocato Scaroni ha confermato ciò che già filtra da tempo dalla società, cioè che il presidente Yonghong Li sta tenendo fede agli impegni presi al momento del closing parlando anche di cosa potrebbe accadere nel caso in cui il debito non fosse saldato secondo gli accordi presi con Elliott. Qual’è il suo pensiero? Lei ha fiducia nell’operato del nuovo presidente?
«Che Yonghong Li stia rispettando rigorosamente i suoi impegni di pagamento, finanziamento e capitalizzazione è un fatto. Per le ragioni che tutti sanno, tuttavia, la sua capacità di trovare un rifinanziatore del debito contratto con Elliot sarà decisiva in questa vicenda ed è, invece, ancora incerta.
L’ operazione in sé sarebbe del tutto normale, ma i riflessi delle nuove politiche cinesi con riguardo agli investimenti all’ estero stanno pregiudicando la possibilità di trovare un credito che è certamente proporzionato all’ entità dell’ affare. Sono gli stessi riflessi che – al momento – hanno lasciato il Presidente praticamente solo, mentre è abbastanza chiaro che la cordata acquirente era inizialmente composta anche da altri soci, potenti, e che questi hanno dovuto fare per il momento un passo indietro».
Alle attenzioni della Guardia di Finanza sembrerebbe esser finita la compravendita dell’Inter con il passaggio societario da Moratti a Thohir. Crede, che, ulteriori accertamenti (anche se si tratta di due situazioni completamente diverse) possano essere fatti anche nella sede di Casa Milan? Indagini che, viste anche le polemiche nate pochi giorni fa, potrebbero far nascere una sorta di nuovo caso con una parte degli organi di stampa pronti a passare all’attacco con la più classica delle frasi: ‘Ve lo avevamo detto’.
«A questa operazione hanno lavorato due delle banche d’ affari più importanti del mondo. E due dei tre studi legali italiani più grandi e rinomati. I passaggi di denaro sono avvenuti attraverso altre banche commerciali primarie. Chi può credere che i profili antiriciclaggio non siano stati vagliati ? Ognuno di questi soggetti era autonomamente tenuto a farlo! Ma, soprattutto, chi può credere che Fininvest o la cordata cinese – anche volendolo – possano avere deciso di compiere transazioni illecite attraverso un’ operazione di M&A che è stata la più illuminata dai riflettori dei vari consulenti e dell’ opinione pubblica ? Ciò è del tutto inverosimile».
Passiamo al campo. Come vede questa prima parte di lavoro di Gennaro Gattuso come nuovo allenatore del Milan?
«Gattuso è un giovane allenatore, di esperienza ancora modesta, ma di grande carattere. Ho condiviso la sua scelta in un momento nel quale il Milan aveva (e ha ancora) bisogno di recuperare sia certezze tattiche – attraverso il consolidamento di scelte semplici e chiare – sia una condizione fisica accettabile attraverso un più duro lavoro quotidiano. Mi pare che, nonostante le immaginabili difficoltà, la direzione presa sia quella giusta».
Che differenze vede tra Montella e lo stesso Gattuso?
«Mi pare che Montella abbia compiuto un peccato di presunzione con questo Milan, peccato dal quale Gattuso è alieno. E abbia sottovalutato la cultura del lavoro; che è invece la cultura di Gattuso.
Montella è un bravo allenatore, ma in questa vicenda ha sbagliato quasi tutto. Capita, anche nelle migliori carriere. Gattuso sta invece scommettendo molto e, naturalmente, tutti i milanisti sono con lui».
Tra i nuovi acquisti, c’è qualcuno che la sta sorprendendo maggiormente? Chi, invece, al momento la sta deludendo?
«Nessuno dei nuovi ha fatto meglio di ciò che era lecito attendersi, anzi. Ed è questa la prova del fatto che i problemi stavano innanzitutto nel manico della condizione tecnica e della (disastrosa) preparazione atletica. Mi pare che chi ha maggiormente risposto alle aspettative sia stato Ricardo Rodriguez. Sono stato invece deluso dalle prestazioni di Biglia, che ho sempre amato molto e che continuo a considerare un elemento essenziale per gli equilibri del Milan sul campo. Il suo ritorno alla migliore condizione è importantissimo per dare continuità al progetto tecnico.
Ma i veri campioni che dovranno fare la differenza sono Calhanoglu e Andrè Silva. Mi aspettavo difficoltà iniziali, ma non così gravi. Recuperarli è essenziale. Continuo a considerarli due grandi colpi prospettici. Il nuovo Milan deve essere costruito intorno a loro».
Si ringrazia per la gentile concessione l’avvocato Giuseppe La Scala.