Il pareggio contro il Newcastle senza uno straccio di gol è stato archiviato con positività in casa Milan. A piacere a staff tecnico e dirigenza è stata la reazione della squadra in campo dopo la cinquina presa in faccia nel derby contro l’Inter. L’atteggiamento nella prima in Champions c’è stato, il gioco puro, è mancata la concretezza, il problema non viene sottovalutato ma non preoccupa l’ambiente rossonero. La buona prova del Diavolo contro la formazione inglese di Eddie Howe ha fatto precipitare le probabilità di esonero del tecnico Stefano Pioli: per i bookmakers, le agenzie di scommesse sportive online, l’allontanamento di Pioli da Milanello oggi è quotato a 5, 5 euro per ogni euro giocato. La posizione del Milan non cambia rispetto a quella dell’immediato post partita di Inter-Milan: Stefano Pioli rimane e rimarrà l’allenatore del Milan, la fiducia e la stima della Proprietà nei suoi confronti non sono mutate nemmeno dopo la manita dei nerazzurri.
Pioli in fin dei conti resta uno degli allenatori della storia del Milan con la media punti a partita più alta. Quest’anno è a 2,25 in campionato (9 punti nelle prime quattro giornate, frutto di tre successi e, appunto, la sconfitta nel derby), ampiamente sufficiente insomma, anzi qualcosa di più. Il prossimo filotto di gare (Verona, Cagliari, Lazio e Dortmund) non saranno test decisivi per le sorti del tecnico, almeno secondo ciò che dall’ambiente rossonera trapela in questi giorni. La squadra è stata in gran parte rivoluzionata, plasmata a immagine e somiglianza del suo allenatore, del gioco che intende esprimere (Pioli ha progettato ogni mossa di mercato insieme all’ad Furlani e al capo dell’area scouting Moncada), sostituirlo alla guida tecnica ora sarebbe una soluzione illogica e probabilmente nemmeno efficace. Ciò detto, il pensiero della Società si ferma ancora prima: Pioli rimane saldo in panchina perché RedBird, Gerry Cardinale e le altre cariche al vertice della Società sono convinte della sua alta competenza.
Nei giorni scorsi, nel pieno della tempesta di critiche piovuta su Milanello (in tanti, non solo tifosi e appassionati, dopo la debacle nel derby hanno invocato l’esonero del tecnico, e anche la Curva Sud si è fatta sentire) una voce aveva accostato al Milan Antonio Conte, ex di Juve, Inter e Tottenham, il leccese al posto dell’allenatore emiliano. Rumors spenti prontamente sul nascere per due motivi: il primo, appunto, l’intatta fiducia del Milan nei confronti del suo attuale allenatore, Stefano Pioli; la seconda, l’eccessiva richiesta d’ingaggio dell’ex tecnico degli Spurs, che a Londra durante la sua ultima stagione ha incassato addirittura 15 milioni di sterline nette (oltre 17 milioni di euro). Pretese decisamente fuori portata per questo Milan.