Dalla coreografia, presagio di una notte a tinte rossonere, fino alla leggenda di un attaccante diventato idolo in circa mezz’ora. Per il Milan non sarà la partita più significativa della sua storia (Manchester deve ancora arrivare), per l’Inter probabilmente sì.
Inter-Milan 0-6 11 maggio: il derby del riscatto
Del riscatto, perché la stagione 2000-01 è molto travagliata per i colori rossonerazzuri, in un campionato scucito dalla Roma di Totti e Batistuta ai cugini laziali Milano non si impone. L’inter decide di esonerare dopo novanta minuti Marcello Lippi (complice anche il rapporto tutt’altro che idilliaco con l’ormai ex Roberto Baggio), la panchina viene affidata a Marco Tardelli. Anche il Milan esonera Alberto Zaccheroni, che alla sua terza stagione milanista lascia il posto alla bandiera Cesare Maldini. La settimana prima del derby i rossoneri perdono a Perugia, mentre i cugini battono l’Atalanta a Bergamo. In graduatoria però i rossoneri sono avanti e una vittoria potrebbe riaprire il discorso quarto posto.
Inter-Milan 0-6 11 maggio: “la fine di chi vive strisciando”
È questa la frase sulla maestosa coreografia della Curva Sud, col diavolo che stritola il biscione nerazzurro. Rivederlo a fine partita sembra un pronostico azzeccato. È una classica notte milanese, nebbiosa e fredda. L’Inter gioca in casa, ma questo alla fine conta poco, nel derby si azzera tutto. Ora, noi crediamo che in questi 120 anni di storia ci siano state partite che, più per il Milan stesso, sono state importanti e significative per i suoi tifosi: per la prima dobbiamo fare un salto indietro nel tempo fino ai primi anni ottanta. C’è una foto, diventata poi coreografia della Sud, immortalata per sempre nella testa di tutti quei tifosi che hanno vissuto sulla propria pelle le retrocessioni in B: stiamo parlando dello stacco imperioso di Mark Hateley sull’ex capitano Fulvio Collovati. Ecco, quella è una rete spartiacque per il Milan. L’altra partita, che spartiacque non fu ma viene ricordata più volentieri, è sempre un derby. Ed è quello che stiamo per rivivere.
Inter-Milan 0-6 11 maggio: la leggenda di Gianni Comandini
Collina fischia l’inizio e comincia il capodanno rossonero. Che sarà una serata diversa lo si capisce dopo pochi minuti: una palla insidiosa arriva dentro all’area piccola e ci si avventa il numero 9 rossonero, qui comincia un’autentica leggenda metropolitana. Quel numero 9 è Gianni Comandini, un bomber che doveva essere e non è stato. Comandini arriva da Vicenza per 20 miliardi di lire ed è praticamente per otto mesi il fantasma di Milanello. Poi ecco una di quelle notti che capitano una volta nella vita, e anche un fantasma fa gol. Nel derby. Dopo tre minuti. Sotto la curva rossonera. No, non può non essere una leggenda Gianni Comandini. Perché poi, dopo la sua prima rete, l’Inter ha almeno due palle gol nitide per pareggiare i conti, ma Seba Rossi è ancora un fenomeno tra i pali. Dopo un rigore reclamato da Vieri, il diavolo va in contropiede. L’ennesima azione di Serginho porta una palla in mezzo: la prende ancora lui, ancora Gianni Comandini, 2-0 per il Milan dopo venti minuti. Potrebbe anche arrivare la tripletta per Gianni, se solo Frey avesse evitato un miracolo dei suoi. Ecco, la carriera di Gianni Comandini finisce qui. Se ci pensate bene, capirete che in realtà il bomber di Cesena è solo il frutto delle nostre fantasie d’infanzia: vestire la maglia numero 9 del Milan, fare gol all’inter, esultare sotto la curva che da ragazzo era la tua seconda casa… Alla fine, per un anno a Gianni Comandini non ci pensa mai nessuno, poi il calendario segna l’11 maggio ed è proprio lui la prima persona che viene in mente…e chissà se ogni tanto ci pensa pure lui, ovviamente con le cuffie alle orecchie in qualche discoteca emiliana, visto che a 29 anni per un infortunio ha lasciato il calcio ed è diventato un Dj. Solamente nello sport puoi diventare un eroe per sessanta minuti, in prima pagina su tutti i giornali e poi sparire. Prendete Gianni Comandini e capirete che non c’è niente di più bello del calcio.
Inter-Milan 0-6 11 maggio: sei bella come sei (a zero)
Dopo quella doppietta per il diavolo è tutto in discesa, a cominciare dalla corsia di Serginho. Che quella sera diventa un Frecciarossa brasiliano e, dopo il 3-0 firmato da Giunti, sigla anche l’assist per il quarto gol di Sheva, poi arriva anche il quinto sempre dell’ucraino, e poi la perla della serata. Sergio si fa tutto il campo e irrompe alla festa, sono 6…SEI! Sapete qual è la cosa più bella? Che quattro di quei gol il Milan li realizza sotto la curva dei tifosi dell’Inter, la Nord, a casa loro. Che umiliazione! Ogni tifosi milanista ha vissuto tante gioie ma si ricorda perfettamente dov’era e cosa stava facendo l’11 maggio del 2001. Non è stata la partita più simbolica della storia rossonera, ma della storia nerazzurra probabilmente sì. Non è sfottò, è un dato di fatto. L’11 maggio 2001 diede origine a quello che oggi è uno dei cori più cantati dai tifosi milanista. La voce di Carletto Pellegatti fece da colonna sonora a una sinfonia perfetta. Se sei milanista e vuoi fare colpo su una ragazza, c’è solo un modo davvero efficace. Una frase: “Sei bella come sei. (A zero)”. Si innamorerà subito.