Johan Cruyff (che oggi avrebbe compiuto 72 anni) è stata l’incarnazione perfetta del calcio “genio e follia al potere”, un vero e proprio artista del pallone. Il Milan lo ha affrontato in due finali di Coppa dei Campioni… Ma non è solo un ex: per poco, l’olandese ha indossato anche i colori rossoneri.
«Se fossimo restati insieme avremmo vinto otto Coppe dei Campioni consecutive» disse un giorno un ex compagno di squadra di Johan, e probabilmente aveva anche ragione. Il numero 14 ad Amsterdam porterà l’Ajax in cima all’Europa per tre volte consecutive, ma la prima sfida (che aprì quindi un poker di finalissime) la perse contro il Milan di Nereo Rocco 4-1. Una tripletta di Pierino Prati schiacciò gli olandesi al Bernabeu di Madrid, il Milan vinse la seconda delle sette meraviglie europee proprio contro il calciatore più rivoluzionario degli anni Settanta. Era il 1969.
Johan Cruyff Milan: Atene 1994, iI vero trofeo è la sua faccia
Quella sarà la prima ma non ultima volta che i destini dell’olandese e del Milan si incroceranno. Venticinque anni dopo sarà di nuovo in finale di Coppa del Campioni. E ancora una volta brinderà il Milan. Nel 1994 ad Atene andò in scena la super-sfida tra i rossoneri e il Barcellona guidato in panchina da Cruyff. L’armata di Fabio Capello era reduce da grandi annate in Italia senza risultare però dominante all’estero e quella sera, peraltro, orfana di pedine fondamentali nello scacchiere tattico di Don Fabio. Cruyff e i catalani si vantarono troppo della loro superiorità e si lasciarono andare alla vigilia a dichiarazioni trionfanti: si sentivano sicuri di vincere. Finirà 4-0 per il Diavolo, fu una delle serate più magiche della storia rossonera. La Gazzetta dello Sport la mattina seguente mise in prima pagina il volto ammutolito del tecnico olandese: “Il vero trofeo è la faccia di Cruyff”, scrisse la rosea.
Johan Cruyff Milan: il “Giotto coi tacchetti” alla Scala del Calcio
Johan non è stato solo un grande ex per il Milan. Nel 1981 Silvio Berlusconi decise, pur non essendo ancora il Presidente dei rossoneri, di far sognare il popolo di San Siro. All’epoca era solo “il grande capo di Mediaset“. Berlusconi volle organizzare il 16 giugno un “Mundialito” tra le mura del Meazza. Per affrontare una delle prime partite in programma nel torneo, Milan-Feyenoord, il Club rossonero chiese all’Ajax il permesso per poter schierare Johan Cruyff tra i titolari, un’apparizione circoscritta a una sola partita, un incontro amichevole. La rivalità tra Ajax e Feyenoord spinse i lancieri ad accettare la richiesta proveniente da Milano. Fu così che il “Giotto coi tacchetti” scese in campo a San Siro in rossonero, diremmo oggi “giusto il tempo per una foto di rito da consegnare ai polverosi libri della storia”. Johan giocò un tempo contro i suoi connazionali senza brillare e lasciare il segno. Aveva da poco compiuto 34 anni e quella presenza per i tifosi rossoneri dell’epoca, che avevano appena superato lo scandalo del Totonero, fu come rinascere, vivere e realizzare un sogno proibito.
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