All’immagine cupa, violenta, becera degli ultras della Roma che ieri dal terzo anello di San Siro hanno gettato verso la tifoseria del Milan al secondo verde bombe carta e petardi, rischiando di sviare il match verso un drammatico epilogo, fa da contrasto – e un po’ ci consente di ritrovare l’equilibrio poetico che il calcio dovrebbe sempre avere – l’immagine di Francesco Lapo Nava, ieri terzo portiere del Milan, 18 anni tra pochi giorni, prima panchina in Serie A, che al termine del match è tornato a casa in tram insieme ai tifosi, in festa per i tre punti conquistati sui giallorossi.
C’è chi l’ha riconosciuto e fotografato e l’immagine, nel giro di poche ore ovunque sul web, è forse la più bella della serata di ieri. Racchiude una goccia di semplicità, di normalità, una bella storia. Ieri Francesco, figlio di Stefano Nava, ex difensore del Milan degli anni novanta, 70 presenze in rossonero, si è visto gettato nella mischia, chiamato da Stefano Pioli per sopperire all’assenza di Tatarusanu, in isolamento per Covid, e ha vissuto a bordocampo la serata magica del Milan contro la Roma.
Incredibile il mezzo con il quale è rientrato dopo la sfida Lapo Nava: è questo il calcio che vogliamo?
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Lapo Nava come un tifoso qualunque: vince con la Roma, poi torna a casa in tram
Dopo il 3-1, in spogliatoio ha salutato Ibra e compagni e a piedi ha raggiunto la fermata del tram, direzione casa. C’è un precedente nel grande libro dei ricordi, ma per riviverlo bisogna riavvolgere il nastro fino al 1978. La vigilia di Natale di 43 anni fa, il capitano del Milan Gianni Rivera raggiunse San Siro con lo stesso mezzo.
Durante il viaggio in tram venne intervistato da Beppe Viola, quell’immagine è ancora oggi una delle più affascinanti cartoline di storia del giornalismo. Era l’ultima stagione di Rivera con gli scarpini ai piedi. Altra epoca. Nava è solo all’inizio, per ora corre sui campi del campionato Primavera e sogna. Restando “un ragazzo normale” qual è, anche se inghiottito nel caos del calcio moderno, circondato da grandi campioni.




