La nuova stagione si apre con la qualificazione ai gironi di Champions League ottenuta tramite il preliminare vinto contro gli olandesi del Psv Eindhoven. Dopo quella splendida serata da Milan, inizia però un lento e inesorabile declino. A Milanello muta tutto o quasi tutto. Allenatore, quadro dirigenziale e sede legale cambiano volto. Sarà l’inizio di una nuova Era.
È l’ennesima rivoluzione. La campagna acquisti dell’estate 2013, influenzata dal preliminare di Champions League, vede l’addio del capitano Massimo Ambrosini, il quale cede la fascia a Riccardo Montolivo, fortemente voluto come condottiero dell’armata milanista dal presidente in persona, Silvio Berlusconi.
A Milanello, i volti nuovi sono Andrea Poli, Ferdinando Coppola, Valter Birsa, Alessandro Matri e soprattutto Kakà. Dopo quattro anni lontano da Milano e Milanello e con la camiseta del Real Madrid, il brasiliano torna in rossonero.
Milan 2013-2014: avanti in Champions
Il Psv Eindhoven è l’ultimo ostacolo che separa la squadra di Massimiliano Allegri dai gironi di Champions League. Dopo l’1-1 dell’andata in Olanda, è da spettacolo puro il 3-0 di San Siro targato Kevin-Prince Boateng, che dopo la doppietta del Meazza saluta tutti e parte direzione Germania. Passerà allo Schalke 04.
Il decollo in campionato è, come al solito, difficile e complicato. I rossoneri cadono all’esordio col neopromosso Verona nella calda sfida del Bentegodi che prelude, forse, un’annata ricca di problemi e sfortuna. La vittoria di San Siro col Cagliari, una settimana dopo, rappresenta una piccola parentesi felice in un quadro oscuro e terribile.
In Champions League è ancora una volta il Barcellona il nemico numero uno dei ragazzi di Max Allegri, che supereranno il proprio girone di coppa con non poche complicazioni.
Particolarmente frizzante si rivelerà invece la sfida dello Stadium contro la Juventus. I rossoneri vanno inizialmente in vantaggio, dopo pochi secondi con Sulley Muntari, ma poi vengono travolti nel finale dall’arrembaggio bianconero. Finirà 3-2 a favore della squadra di Conte.
Milan 2013-2014: una nuova casa, ma senza Max
Nel dicembre del 2013 il consiglio di amministrazione del Milan, riunitosi nella nuova sede legale del Club, a Milano in via Aldo Rossi 8 e successivamente rinominata Casa Milan, approva all’unanimità il nuovo assetto societario, che prevede la suddivisione delle direzioni aziendali in due aree, la prima attinente all’attività tecnico-sportiva, che continuerà a rispondere al nome di Adriano Galliani quale vice presidente vicario e amministratore delegato, la seconda, che comprende tutte le funzioni non riconducibili alla prima, a carico del nuovo vice presidente e amministratore delegato Barbara Berlusconi. Seguiranno poi le dimissioni definitive del direttore sportivo storico dell’epopea Berlusconi, Ariedo Braida, che lascerà la società rossonera dopo 28 anni. È rivoluzione totale. Rivoluzione che si completa con l’esonero di Massimiliano Allegri, nel gennaio del 2014, dopo le sconfitte pesanti contro Inter (derby tristemente noto per il tocco di tacco di Rodrigo Palacio che regala i tre punti e il dominio cittadino ai nerazzurri) e Sassuolo.
In particolare lascia il segno la prestazione di Domenico Berardi, che con quattro gol in una sola serata spazza via allenatore e staff tecnico, e avvia così una nuova fase della recente storia rossonera. Verrà quindi ricordato come l’artefice di un cambiamento forse inevitabile. Nemmeno l’approdo di Keisuke Honda nella finestra di mercato invernale del 2014 assieme ad Adil Rami, Abel Taarabt e Michael Essien salverà la panchina del tecnico toscano, duramente criticato da stampa e tifosi dopo il 4-3 di Reggio Emilia.
Milan 2013-2014: il ritorno di Clarence
Al suo posto approda Clarence Seedorf, ora in veste di nuovo allenatore della prima squadra. Il debutto tecnico dell’olandese è felice. Il Milan batte in campionato 1-0 il Verona a San Siro grazie al penalty realizzato da Mario Balotelli a cinque minuti dalla fine. È il primo turno del girone di ritorno.
Successivamente, la squadra viene eliminata dalla Coppa Italia dall’Udinese di Guidolin, dopo aver eliminato lo Spezia agli ottavi di finale sotto la guida tecnica di Mauro Tassotti durante la fase di transizione da Allegri a Seedorf.
Col nuovo anno torna la Champions. Agli ottavi di finale della massima competizione europea per club, l’Atletico Madrid del cholo Simeone, rappresenta più di un semplice avversario da superare. I colchoneros sono la sorpresa della stagione, sia in Spagna sia oltreconfine. Dopo la sfortunata sconfitta di San Siro per 1-0, i ragazzi di Seedorf vengono umiliati al Vicente Calderón con un netto 4–1 che regala i quarti di finale a Diego Costa e compagni. Il Milan è fuori dalla Champions League.
Superato lo shock madridista, sono tempi duri quelli che attendono il diavolo alla porta. Particolarmente orribile è la sconfitta interna contro il Parma di Donadoni per 4–2, rimediato dopo l’espulsione di Abbiati a cinque minuti dall’inizio del match e da una prestazione generale piuttosto negativa ai limiti del surreale.
Milan 2013-2014: unica gioia, il derby
È un Milan in chiaro-scuro quello che si presenta nella primavera del 2014. I ragazzi di Clarence inanellano una serie di risultati utili consecutivi, alternandoli però a sconfitte amare e pesanti, soprattutto contro le big del campionato. Tra quest’ultime, il brutto ko di San Siro contro la Juventus per 2-0: dopo una buona prestazione nel primo tempo, superato l’intervallo il Milan perde il filo del gioco e quindi il confronto con la capolista. L’unica vera gioia della stagione è racchiusa tutta nel derby di ritorno giocato in un San Siro dall’atmosfera milanista. Il Milan supera l’Inter grazie a una conclusione aerea di testa di Nigel De Jong che regala i tre punti e la supremazia cittadina al diavolo. Milano è rossonera.
Tuttavia, da lì in poi inizia il lento e definitivo declino che sancisce l’esclusione del Club più titolato al mondo da ogni competizione europea. Non accadeva da 16 anni che il Milan non prendesse parte a nessuna manifestazione internazionale.
Si conclude così un’annata turbolenta e tormentata, segnata dal cambio d’allenatore, dal trasferimento della sede legale e dalla riformulazione del quadro societario che compone l’organo dirigenziale del Club. È di nuovo tempo di cambiamenti.