Dopo Seedorf, è Pippo Inzaghi il nuovo allenatore del Milan. La stagione del rilancio parte bene ma termina malissimo. Decimo posto e rivoluzione. Errori (e orrori) nel menù di un’annata da incubo.
La stagione 2014-2015 del Milan inizia con l’affidamento della guida tecnica della Prima Squadra a Filippo Inzaghi. Dopo Clarence Seedorf, la Società continua a dare fiducia a un’altra leggenda rossonera, l’ex numero 9. Durante la campagna acquisti dell’estate 2014, approdano a Milanello Jeremy Menez, Diego Lopez, Marco Van Ginkel, Alex, Pablo Armero, Giacomo Bonaventura e il fuoriclasse Fernando Torres. Da segnalare, invece, le cessioni definitive di Kakà, Robinho e Mario Balotelli. Desta curiosità, poi, la promozione in Prima Squadra del talentino italo-marocchino Hachim Mastour, che dopo vari spot pubblicitari (noto è quello al fianco di Neymar per la bibita Red Bull) ha la possibilità di dimostrare le proprie qualità. Si preannuncia una stagione molto particolare, era dal 1998 infatti, che il Milan non prendeva parte a una competizione europea.
Milan 2014-2015: il girone d’andata
Il debutto in campionato è felice. Il Milan batte la Lazio di Stefano Pioli per 3-1. Le reti di Honda, Muntari e Menez regalano i primi tre punti alla squadra di Inzaghi, che replica con un pazzo 5-4 una settimana dopo a Parma. Straordinario è il tocco di tacco di Jeremy Menez al termine di una sgroppata memorabile. Alla terza giornata, però, arriva la prima delusione della stagione. A San Siro giunge la Juventus dell’ex Massimiliano Allegri che sbanca la Scala del calcio grazie a un gol di Carlos Tevez. L’autunno rossonero scorre comunque sereno. In piena zona Champions, i diavoli battono il Napoli di Rafa Benitez al Meazza per 2-0 e pareggiano contro Roma, Fiorentina e Inter. Contro i nerazzurri del ritrovato Roberto Mancini (subentrato a Walter Mazzarri), i ragazzi di Inzaghi sprecano il vantaggio iniziale di Jeremy Menez e portano a casa uno scarso 1-1.
Milan 2014-2015: l’inizio della fine
Dopo la sosta natalizia, per il Milan inizia un grave periodo di crisi. Il 2015 della squadra di Pippo Inzaghi sarà da incubo infernale. Ma andiamo con ordine. Al rientro dalle feste, il Sassuolo sbanca San Siro per 2-1 con una rete decisiva di Simone Zaza. Il pareggio contro il Torino, poi, è nulla in confronto alla seconda sconfitta consecutiva fra le mura amiche, questa volta contro l’Atalanta trascinata da German Denis. Come se non bastasse, durante il primo mese del 2015 ecco l’eliminazione dalla Coppa Italia per mano della Lazio, che supera la prova San Siro con il rigore di Lucas Biglia e accede alle semifinali. La finestra di mercato invernale risulta molto attiva e porta alle cessioni di Armero e Torres e agli ingaggi di Suso, Gabriel Paletta, Luca Antonelli, Salvatore Bocchetti, Mattia Destro e Alessio Cerci.
Milan 2014-2015: finale da thriller
Nonostante ciò, la situazione in campionato precipita. Sfuggono dalle mani sia la qualificazione alla successiva edizione della Champions League sia quella all’Europa League. Le sconfitte contro Lazio e Juventus, entrambe rispettivamente per 3-1, inaugurano un girone di ritorno fatto di errori e orrori. Il derby di ritorno è grigio e incolore come Milano in un giorno di pioggia. Zero reti e poche emozioni. Vince la paura e perde lo spettacolo. Arriva inoltre la sconfitta del San Paolo contro il Napoli di Benitez, che davanti al proprio pubblico si rifà quindi della sconfitta rimediata nel match di andata. Per i partenopei è tutto facile: 3-0 con espulsione di De Sciglio a inizio partita. Un altro thriller da premio Oscar.
Decimo posto e tutto da rifare
La sconfitta interna contro il Genoa di Gasperini è la goccia che fa traboccare il vaso. Il gol da antologia di Philippe Mexes non basta. La Curva Sud diserta il secondo anello blu di San Siro e contesta squadra e dirigenza, ma risparmia l’allenatore. La sola nota positiva della primavera del 2015 è racchiusa nella vittoria a Milano contro la Roma, seconda in classifica, e allenata da Rudi García. Destro e Van Ginkel firmano un 2-1 ricco di speranze per il futuro. Ma non basta a salvare la testa del tecnico: SuperPippo a fine stagione, complice il decimo posto in classifica, verrà esonerato e sostituito da Sinisa Mihajlovic, cui sarà chiesto di risollevare una squadra senz’anima. Ma questa è un’altra storia.