Il tecnico del Milan Marco Giampaolo dopo un periodo di confusione col 4-3-1-2 sembrerebbe optare per il 4-3-3, l’analisi della situazione…
Le parole pronunciate ieri in conferenza stampa dal tecnico del Milan Marco Giampaolo in merito alla possibilità di un cambio di modulo hanno confuso e non poco il mondo rossonero, deluso per la sconfortante prestazione ma ancor di più spiazzato dalle dichiarazioni del tecnico marchigiano.
L’improvvisa inversione a U rispetto a quanto detto alla vigilia – quando Giampaolo aveva elogiato Suso in versione trequartista ribadendo di voler portare avanti il modello di gioco «senza passi indietro anche di fronte alle difficoltà» – induce a riflettere sulla gestione della squadra da parte dell’ex tecnico della Samp e sul futuro prossimo del Milan.
Marco Giampaolo è un tecnico integralista, che sempre e da sempre si è affidato al 4-3-1-2 nel tentativo di plasmare le squadre a sua disposizione. Ha fatto lo stesso con il Milan, lavorando per circa quaranta giorni all’adozione di quel sistema di gioco tanto caro, offrendo anche spunti interessanti nelle primissime uscite del pre-campionato. Era noto da tempo però, e in questo senso gli ultimi test lo avevano confermato, che specie nel reparto offensivo il Milan fosse costruito – allo stato attuale – per il 4-3-3.
Che Suso non fosse un trequartista – o che non lo fosse ancora – era evidente ai più, così come sembrava chiaro che Castillejo non potesse affatto ricoprire il ruolo di seconda punta. Lo stesso digiuno di Piatek, dovuto comunque anche ad altri fattori, era poi un ulteriore campanello d’allarme sulle difficoltà del reparto avanzato. Le avvisaglie dunque c’erano: perché accorgersene soltanto dopo la prima sconfitta in campionato e dopo un’estate di lavoro?
Probabilmente l’errore commesso da Giampaolo sta alla base. Vista l’assenza degli interpreti giusti per il suo modulo preferito, il tecnico rossonero avrebbe fatto meglio ad accantonare momentaneamente il 4-3-1-2 e a lavorare sul 4-3-3. Almeno fino a quando il mercato non gli avesse consegnato le pedine giuste per proporre il suo calcio. Il mercato, appunto. È chiaro che nelle difficoltà tattiche del nuovo Milan ha un ruolo non indifferente la posizione di Suso.
La mancata cessione dello spagnolo ha determinato l’equivoco tattico complicando inoltre i movimenti in entrata. L’idea di base, logica per chi decide di puntare su un tecnico integralista come Giampaolo, era quella di investire su un trequartista di ruolo e su una seconda punta ma la mancata uscita di Suso ha bloccato i piani, sia per questioni di gestione – tenere il numero 8 senza dargli un ruolo da titolare sarebbe stato complicato – che economiche.
Il possibile cambio di modulo apre lo spazio a riflessioni e spunti critici sulla gestione e sul futuro prossimo del Milan
Milan, Marco Giampaolo e il 4-3-3: confusione o scelta logica?
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Per tutto il corso del pre-campionato, però, Giampaolo si era detto assolutamente soddisfatto del processo di adattamento di Suso nel nuovo ruolo. E in questo senso le parole di ieri («Magari chiedo loro alcune cose ma hanno altre caratteristiche») lasciano presagire una sorta di confusione.
Chiarito come l’errore – se di errore si tratta, è bene ricordare che i giochi sono appena iniziati – sia stato commesso a inizio preparazione e non ora, occorre chiedersi se a questo punto la virata sul 4-3-3 possa essere la scelta giusta per il Milan. Fare valutazioni su una sola partita potrebbe essere pericoloso oltre che destabilizzante per la squadra, ma – come si diceva – almeno in teoria il ritorno al passato dovrebbe essere la soluzione più logica nell’immediato.
A Giampaolo spetta però il compito di decidere in fretta su quale soluzione adottare. Perché la sua decisione influenzerà inevitabilmente anche gli ultimi giorni di mercato. Per continuare con il rombo c’è bisogno delle due pedine chiave per questo sistema, ossia il trequartista e la punta rapida da affiancare a Piatek. Con il 4-3-3, invece, l’investimento andrebbe fatto su un esterno offensivo sinistro che possa garantire il salto di qualità all’attacco.
Ciò che Giampaolo sa bene è che, al netto della disposizione tattica, i principi di gioco possono e anzi devono restare gli stessi. Da adattare alle caratteristiche dei giocatori in rosa. Ed è qui che viene fuori una curiosa analogia con il primo Napoli di Sarri, collega stimato nonché amico del nuovo mister rossonero. Il tecnico toscano iniziò la sua avventura in Campania con il rombo, adattando Insigne nel ruolo di trequartista.
I risultati scadenti delle prime giornate – un punto in due partite – indussero Sarri a sposare il 4-3-3. Più congeniale alle caratteristiche dei suoi giocatori, per dare inizio ad una serie positiva di sedici giornate e a un triennio di grande calcio. Se il Milan di Giampaolo potrà seguire lo stesso percorso non è dato sapersi. Ma è lecito lasciare aperta la porta ad un filo di ottimismo in questo uggioso lunedì di fine agosto.




