Domani è il giorno che tanti, se non tutti, i tifosi del Milan non avrebbero mai pensato di dover vivere. Sandro Tonali ritornerà a San Siro ma da avversario, entrerà in quello che è stato per tre anni il suo stadio e scenderà in campo con altri colori, quelli degli avversari del suo amato Milan che, come era immaginabile, non ha dimenticato. Qui di seguito le sue dichiarazioni: È stato difficile per me, mi sono ambientato difficilmente a Newcastle. Ma ci sono persone che mi hanno aiutato, ho trovato la strada in discesa e mi è stata facilitata la vita lì. Anche in campo cambia tutto, perché non senti quel feeling come quando conosci tutti i compagni e la lingua, ma ho avuto da ogni parte e da ogni persona».
«Che emozioni provi ad essere qui da avversario? Sono emozioni difficili, perché questa è la squadra che tifo e la squadra che mi ha dato l’opportunità di crescere. Ma domani sarà un’altra cosa e non avrò problemi a gestirmi. Sarò difficile, vedere lo stadio pieno… sarà l’emozione più forte. Perché lo stadio ti aiuta. Ma ce ne saranno tante: il mister, gli ex compagni. Sarà una giornata piena. Sarà una partita intensa, perché è quello che noi vogliamo portare e quello che porta il Milan. Sarà una grande partita, difficile per entrambe le squadre, ma combattuta».
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«La tua volontà sarebbe stata di restare al Milan? È difficile che un giocatore chieda un trasferimento in una squadra precisa, al giorno oggi è impossibile che un giocatore decida di andare al Real o al Barcellona, ma ci sono 1000 motivi. Dal momento in cui ho ricevuto l’offerta ero felice. Ho dato tanto al Milan e l’ho fatto con le persone che mi hanno voluto bene ancora oggi. Ho parlato tantissimo per fare questa scelta con gente che ama il Milan. Non mi sono svegliato la mattina e ho deciso di fare tutto questo».
«Su Zlatan? Ho avuto Zlatan come compagno e lui porta positività, sa come aiutarti, soprattutto con i giovani. Non credo che sia stata una cosa preparata, perché Ibra fa quello che vuole e lo fa nel modo giusto e nel rispetto di tutti. Pioli? Per la prima volta dopo tre anni non abbiamo parlato di calcio, ma della mia ragazza e di amici».