Il dirigente del Milan Paolo Maldini ha parlato del tecnico rossonero Marco Giampaolo e del suo operato, ecco le sue parole in merito…
Il Direttore Tecnico ai microfoni di Sky: «L’idea è di fare una sorta di autocritica generale, siamo alla sesta giornata di campionato, sembra tutto perso, molte volte le situazioni si ribaltano in un attimo».
Queste le dichiarazioni rilasciate da Paolo Maldini a Sky Sport nel post partita di Milan-Fiorentina.
«L’allenatore è stata una scelta nostra, condivisa, lo difenderemo sempre, è giusto dargli tempo, sappiamo di avere una squadra giovane. Sappiamo quali potevano essere i problemi, pensavamo di far meglio, quattro sconfitte in sei giornate sono veramente tante e la qualità del gioco non è soddisfacente. In questo momento sembrerebbe non esserci una via d’uscita, ma la via d’uscita si ottiene attraverso il lavoro per migliorare un gioco che non scorre come dovrebbe. Sapevamo che affidandoci in un gruppo giovane, finché la leadership dell’allenatore non entra, è difficile. Va considerato anche San Siro e l’impatto sui giocatori».
«La colpa è della Società, dell’allenatore e dei giocatori. La dimostrazione dei tifosi che se ne sono andati è giusta. L’anno scorso non abbiamo offerto uno spettacolo bellissimo a livello di gioco anche se siamo arrivati ad un punto dalla Champions, i tifosi sono sempre stati lì. È normale che i tifosi abbiano protestato. L’idea è di fare una sorta di autocritica generale, siamo alla sesta giornata di campionato, sembra tutto perso, molte volte le situazioni si ribaltano in un attimo. Quello che può preoccupare è l’involuzione tra la partita di Torino e quella di oggi».
Le parole del dirigente rossonero
Milan, Paolo Maldini: difenderò sempre Giampaolo
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«Siamo partiti con la squadra rimaneggiata facendo buone partite in amichevole, poi quando siamo rientrati abbiamo trovato un po’ di traffico nella zona centrale del campo e abbiamo trovato molte difficoltà. La spiegazione può essere il fatto di giocare a San Siro, non si calcola questa cosa. Il blasone del Milan ti fa giocare con una maglia molto pesante, con l’idea della squadra di una volta, questo pesa sui nuovi arrivati. Il ruolo è sempre a metà tra proprietà e direzione sportiva, si condividono i problemi con l’allenatore e con i giocatori.
Abbiamo una squadra di bravissimi ragazzi, molte volte ci aspettiamo anche reazioni diverse, non del bravo ragazzo ma di chi tira fuori gli attributi. Erano cose che abbiamo messo in preventivo, affidarsi a giovani con poca esperienza ti espone a questi rischi. Il modulo? Il calcio non può essere limitato ad un numero, ad uno schema, le variabili sono enormi. Ci sono alti e bassi enormi. Devi essere pronto anche a capire dove c’è lo spazio, a dove poter fare male».