Stefano Pioli per rilanciare il centrocampo del Milan punta sul suo fedelissimo, ai tempi della Lazio, Lucas Biglia. Ecco il motivo…
Accantonate le polemiche ad ampio raggio che hanno accompagnato il suo arrivo sulla panchina del Diavolo, negli ambienti rossoneri a prevalere è ora l’interesse per gli uomini, le idee e il gioco sui quali Stefano Pioli edificherà il suo Milan.
Come da tradizione, il cambio in panchina annulla o quasi le gerarchie prestabilite e rimette in discussione tutti. Si riparte da zero, senza pregiudizi e con la voglia di costruire una squadra pragmatica e al tempo stesso spregiudicata, che sia consapevole di dover cambiare registro rispetto alle sette prestazioni offerte sotto la gestione Giampaolo.
Nel tentativo di plasmare il suo Milan, Pioli potrà contare su un suo fedelissimo, quel Lucas Biglia che tanto bene fece alla Lazio sotto la gestione del tecnico emiliano e che tante critiche ha ricevuto invece nel corso del suo triennio in rossonero. In questa fase delicata, in cui il nuovo allenatore avrà certamente bisogno di pilastri solidi su cui impostare il suo lavoro.
Il centrocampista argentino potrebbe rivelarsi prezioso alla luce della sua esperienza e soprattutto della sua ampia conoscenza delle idee di calcio di Pioli. Soprattutto nel periodo iniziale del nuovo corso rossonero, Biglia potrebbe ricoprire il ruolo di regista titolare per favorire l’assorbimento del gioco del mister e per dare un pizzico di equilibrio in più al nuovo Milan.
Dopo l’esperienza condivisa alla Lazio, Pioli ritrova un suo pupillo

Milan, Stefano Pioli punta sul suo fedelissimi Lucas Biglia
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Nei due anni condivisi alla Lazio, il numero 20 dei rossoneri è stato per Pioli un calciatore fondamentale, un vero e proprio intoccabile, capace di far girare con ottimi risultati la formazione biancoceleste al punto tale da raggiungere la qualificazione ai preliminari di Champions League nel corso della prima stagione insieme. Numeri alla mano, con Biglia in campo il rendimento della Lazio di Pioli era chiaramente migliore rispetto a quello in sua assenza.
Aspetto che rivela appunto la centralità rivestita dal classe ’86, capace di conquistare il tecnico per la sua sagacia tattica nelle due fasi e per la sua leadership, che spinse Pioli a consegnargli la fascia di capitano (negli ambienti laziali c’è però chi ritiene questa mossa, dettata anche dalla necessità di convincere Biglia a rinnovare, come quella decisiva per l’implosione dello spogliatoio e per il conseguente esonero del tecnico).
Tutti questi fattori lasciano presagire un ruolo da protagonista per il playmaker argentino, ma poi bisogna fare i conti con la stretta attualità, dalla quale emerge un calciatore in difficoltà dal punto di vista fisico e della brillantezza atletica.
Il Lucas Biglia del 2016 probabilmente non esiste più e quindi Pioli dovrà valutare attentamente se vale la pena provare a rivitalizzarlo – riuscendo ad infondere una buona dose di esperienza e personalità al suo Milan – oppure puntare con forza, sin da subito, sull’emergente Bennacer. Da questa scelta e dai suoi effetti potrebbe dipendere una buona fetta dell’avventura di Pioli sulla panca rossonera.




