I cambiamenti fra il Milan di Gattuso e quello di quest’anno è impietoso: 12 i punti di differenza fra l’uno e l’altro. Dalla corsa Champions alla speranza Europa League, il bilancio della stagione punisce gli uomini di Pioli. Due film, un solo protagonista. Due registi, anzi tre e poi il Milan. Quello c’è e non sparisce mai. Cambiano gli interpreti ma l’obiettivo resta sempre lo stesso. Il tanto atteso ritorno in Champions League è da sei anni un’ossessione senza fine. Cambiano i giocatori, gli allenatori, i dirigenti e i presidenti ma non i colori e le ambizioni. Quelle sono le stesse da quel lontano 2014, quando gli uomini di Clarence Seedorf vennero eliminati agli ottavi di Champions League dal nascente Atletico di Simeone.
Tornando al presente e dando uno sguardo a quanto accaduto lo scorso anno con Rino Gattuso al timone di una squadra o di un gruppo che è, pressapoco, lo stesso di quest’anno e riflettendo di conseguenza sul presente targato Stefano Pioli, il passo indietro è netto e sotto gli occhi di tutti in modo significativo. Dalla lotta Champions alla speranza Europa League, il passo è breve. Nonostante l’ennesima rivoluzione societaria dettata dall’addio di Leonardo e lo speranzoso ritorno di Zvonimir Boban, per altro già “bruciato”, il club di Via Aldo Rossi non è riuscito ad incidere in maniera necessaria affinché possa tornare al livello di un tempo.
Dalla corsa Champions alla speranza Europa League, il bilancio della stagione punisce gli uomini di Pioli
Analizzando invece i numeri, dopo 26 giornate o partite giocate, la classifica 2018-2019 vedeva la squadra rossonera guidata, appunto, da Gattuso al terzo posto con ben 48 punti (13 vittorie, 9 pareggi e 4 sconfitte con 39 reti all’attivo e 22 gol subiti). Freschi di sorpasso ai danni dei cugini e trascinati da uno straripante Krzysztof Piatek, i rossoneri, s’imponevano come seria pretendente per un posto nell’Europa che conta. A parità di giornate, invece, i dati o le statistiche inerenti a questa stagione, quella 2019-2020, vedono la squadra di Giampaolo prima e Pioli poi al settimo posto a quota 36 (con 10 vittorie, 6 pareggi e 10 sconfitte.
Al netto di 28 gol fatti e 34 subiti). Meno 12 insomma. Temperature polari dalle parti di Milanello, che va verso una primavera di incertezze sportive e non. La rivoluzione, per altro già avviata, targata Gazidis e l’emergenza Coronavirus fanno da contorno ad una situazione ambientale (in tutti i sensi) pesante e delicata che potrebbe incidere sul bilancio e sulla questione rinnovi che vede principalmente coinvolti, Zlatan Ibrahimovic e Gigio Donnarumma.
Non sarà facile. In attesa di sviluppi e novità in vista di un futuro più che mai difficile da pronosticare e prevedere data l’incertezza del momento per i motivi che ben conosciamo e l’immediato ed ennesimo ribaltone dirigenziale che con ogni probabilità porterà ad un’altra estate di cambiamenti, la squadra riposa e riflette (si spera) su come concludere al meglio un’annata che per molti versi verrà ricordata e mai dimenticata.




