Nella stagione 1998/99 il Milan vinse lo scudetto con un sorpasso sulla Lazio alla penultima curva
Ci sono stagioni che rimaranno per sempre nelle memorie dei tifosi. Una di queste è – senza ombra di dubbio e almeno per chi ha almeno una trentina di primavere sulle spalle – l’annata 1998/99. Ossia quella del sedicesimo scudetto rossonero. In un finale di stagione vietato ai deboli di cuore il Milan allenato da Alberto Zaccheroni superò alla penultima curva del campionato proprio quella Lazio che il Diavolo si troverà di fronte martedì sera.
Dopo un biennio deludente, Silvio Berlusconi affidò la panchina all’emergente tecnico romagnolo, reduce dalla positiva esperienza udinese. Il secondo anno da capitano per Paolo Maldini vide arrivare dal Friuli anche il laterale danese Thomas Helveg e l’ariete tedesco Oliver Bierhoff, fresco detentore del titolo di capocannoniere. Il 3-4-3 dell’allenatore cesenaticense in particolare poteva contare su un tridente completato dalla fisicità di Weah e dalla classe di Leonardo. Fu la stagione dei tre portieri – il deludente Lehmann, l’eterno Rossi e il giovanissimo Abbiati – e del lancio di Massimo Ambrosini.
Milan, correva l’anno 1999: il sorpasso sulla Lazio
Milan, quel sorpasso sulla Lazio…
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Con l’obiettivo fissato sulla qualificazione alla successiva Champions League, per tutta l’andata il Milan rimase sempre nelle zona “europea” della classifica. Chiudendo al giro di boa al quarto posto, a sole cinque lunghezze dalla lanciatissima Fiorentina. Proprio nel diciassettesimo turno un’espulsione dell’ascensore umano – e la relativa squalifica di cinque giornate – lanciò l’allora sconosciuto estremo difensore di Abbiategrasso. Che non lascerà più la titolarità dei pali rossoneri. In quelle settimane altri due accorgimenti tattici (Guglielminpietro a sinistra e Boban dietro le due punte) fecero svoltare il campionato del Diavolo.
A inizio aprile il Milan si presentò in casa della Lazio, nel frattempo diventata capolista. Lo 0-0 finale, con sette punti da recuperare in altrettanti incontri, sembrò chiudere definitivamente ogni discorso tricolore. Ma quelle partite Maldini e soci le vinsero tutte. Grazie (anche) al contemporaneo crollo biancoceleste il sorpasso arrivò alla penultima. Era il 15 maggio. Mentre a Firenze Batistuta rispondeva a Vieri, a San Siro i rossoneri liquidavano facilmente la pratica Empoli. Una settimana più tardi in quel di Perugia Guly e Bierhoff regalarono ai tifosi il sedicesimo scudetto (e a Galliani un’esultanza rimasta nella storia).