Alle Tenute La Montina, l’immagine del Milan vittorioso a Manchester con Sheva sul dischetto è un pezzo pregiato. Artista, una ragazza della provincia di Bergamo.
L’hanno definito un capolavoro, l’opera prima dei 123 anni del grande Milan. A sentir dire i tifosi rossoneri – la maggior parte ovviamente – il rigore di Andriy Shevchenko a Manchester, in finale di Champions League contro Buffon e la Juve, è l’immagine indelebile in copertina sul libro immenso dei ricordi. Pochi fotomontaggi racchiudono l’apice della leggenda: lo sguardo tenero e al tempo stesso severo di Shevchenko all’arbitro, il gesto tecnico e l’abbraccio a Dida, la corsa in campo di Carletto Ancelotti… Brividi solo a pensarci.
Il capolavoro del Milan ha fatto la storia ovunque. Sui libri, in tv, nei documentari, sul web… Oggi però è qualcosa di più, è anche un prezioso oggetto d’arte, un pezzo unico come unico è quel frame decisivo rimasto sospeso nel tempo: Sheva che calcia la sfera a sinistra e Gigi che si distende a destra nel tentativo di intercettarla. Alle Tenute La Montina, Official Wine Partner del Club rossonero, a Monticelli Brusati in provincia di Brescia, nel cuore della Franciacorta, il rigore di Sheva è anche una bottiglia, un’opera dipinta a mano su vetro di rara bellezza.
L’artista è Chiara Foglieni, classe 1985, originaria di Trescore Balneario, paese della bergamasca tra Bergamo e il Lago d’Iseo. È lì che giovanissima, Chiara, ha scoperto e nutrito giorno dopo giorno la passione per l’arte. Poi la scuola, il Liceo Artistico, il trasferimento a Milano e gli studi all’Accademia di Belle Arti di Brera…le prime esperienze. Oggi nella vita crea dipinti su bottiglia di diverse dimensioni, decorazioni personalizzate per ogni evento (matrimoni, compleanni, manifestazioni pubbliche, ricorrenze speciali…).
Milan, il rigore di Sheva opera d’arte nella bottiglia di Chiara Foglieni
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La bottiglia di Sheva è nata un po’ per caso: «Ero in Montina – ci racconta – avevo proposto alcune decorazioni generiche e ho scoperto la partnership con il Milan. Insieme a Michele Martinelli (Project Manager dell’Azienda Agricola, ndr) ho deciso di realizzarne una sulla storia dei rossoneri. Ho avuto carta bianca, Michele mi ha detto “fai tu” ma io sono juventina…» In aiuto a Chiara è poi arrivato il compagno, milanista sfegatato: «Vengo da una famiglia prettamente bianconera, tutti i miei parenti, tutti juventini! Tifo Juve anch’io ovviamente, però, come dire… sono juventina fino a mezzogiorno (ride, ndr). Ho chiesto al mio compagno “dimmi da milanista qual è l’immagine emblema del Milan, la vittoria più spaziale”». La risposta una e una sola, scontata: il rigore di Andriy Shevchenko alla Juventus a Manchester nella finalissima del 2003.
Milan, Sheva dipinto sulla magnum della Montina
Ore e ore di lavoro poi il risultato, qualcosa di incredibile: «È un pezzo unico e interamente dipinto a mano, un lavoro molto impegnativo. La decorazione è lucida (potrebbe quindi trarre in inganno, ndr) ma nulla è incollato o stampato». Chiara ci spiega poi il procedimento: «Di solito parto da un bozzetto, ma per questa bottiglia mi sono ispirata a foto che ho trovato sul web». Prima base sul vetro, poi è tutta una questione di dettagli. Ci vuole precisione, massima delicatezza, talento tantissimo.
Una delle principali difficoltà sta nella cura delle proporzioni: «Il supporto non è piano ma curvo, all’impatto visivo il disegno non deve sembrare deformato ma netto e preciso. Banalmente anche nel rappresentare la linea del campo: guardarla da un’altra angolazione avrebbe potuto sfalsare completamente il disegno». Invece la linea sul verde dell’Old Trafford è perfetta, sembra quasi di essere a Manchester alle spalle di Gigi Buffon, occhi sgranati e fiato sospeso.
Chiara Foglieni ha tradotto su vetro il sogno di tutti i milanisti diventato realtà. Il suo, oggi, è che l’opera della Montina diventi il primo di altri pezzi pregiati da esporre – magari – nel Museo o allo Store di Casa Milan: «Mi piacerebbe ricreare momenti storici importanti e una collezione per il Club, un po’ di nicchia… Una teca al Museo? Beh, sarebbe il massimo». Caro Milan, guarda, ammira e pensaci: lo meriterebbe davvero.
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