Il terzino del Milan Theo Hernandez si sta contraddistinguendo per la sua grande costanza di rendimento in rossonero…
Paolo Maldini ci ha messo la firma e ci ha messo la faccia. Ha scelto Theo Hernandez perché convinto del suo enorme potenziale. Non certo per il costo del cartellino, 20 milioni di euro, cifra onestissima per un terzino del suo talento. Maldini ha scelto Theo e Theo, ai margini del Real Madrid dopo una stagione di alti e bassi al Real Sociedad, ha scelto il Milan.
In sei mesi a Milanello, il terzino francese di origini spagnole (il bisnonno era originario di Girona) ha scalato classifiche anche fuori portata per un difensore, come quella che alla voce “gol realizzati” lo vede in campionato in seconda posizione alle spalle di Ante Rebic: Theo è abdicato dal trono di miglior marcatore rossonero con l’exploit dell’attaccante croato e oggi conta una rete in meno del compagno in maglia numero 18: 5 gol Theo, 6 gol Ante.
Fisicamente possente, Theo corre e si lancia con una propensione offensiva sopra la media per il ruolo che ricopre. Gli manca qualcosa in difesa, ma non tanto nel lavoro sporco che ben esercita con carattere spesso esemplare, quanto nella lucidità che perde a ritmo intermittente. Un esempio lampante è nell’azione che in Milan-Genoa, ultimo incontro ufficiale disputato dalla squadra prima dell’interruzione del campionato, ha portato in gol il rossoblù Goran Pandev: Theo si era perso Antonio Sanabria senza opporre il giusto grado di resistenza.
Il nuovo volto del Milan è il volto di Theo Hernandez: spesso brillante ma incompleto
Il Milan sulle ali di Theo Hernandez: fame, costanza e intensità
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Corre, dicevano, e per un terzino è quasi normalità: con 10.429 chilometri nelle gambe e il quinto rossonero con più strada alle spalle, in 2.028 minuti di gioco. Sulla stesse medie il compagno di reparto Andrea Conti, titolare sulla corsia opposta, sceso in campo però quasi 8 partite in meno di Theo. Ma Theo ha offerto quella brillantezza in più nelle fase di spinta che invece manca a Conti. La brillantezza che piace tanto al popolo di San Siro e che fatica a trovare anche Davide Calabria.
Del bigliettino di bad boy che si era portato con sé al suo arrivo questa estate a Milanello nemmeno l’ombra. Bene così. Theo Hernandez ha scelto il lavoro e il silenzio, sostenuto dal Milan che ha saputo offrirgli una completa tutela per esprimersi al meglio, respingendo fin dal giorno del raduno ogni critica sul suo carattere e la sua dedizione.
Con Giampaolo ha acceso i motori, con Pioli ha accelerato fino in fondo, ma di benzina ne è ancora pieno il serbatoio. Ha risposto coi gol che non sono certo figli dell’improvvisazione o del caso. Sono il risultato finale e concreto di un processo di rinascita che ha raggiunto in pochi mesi il giusto equilibrio, la formula perfetta: fame, costanza e intensità.