Stefano Pioli parla delle sue impressioni sui giocatori del Milan: per lui Leao ricorda Henry mentre Ibrahimovic lo vede sempre su di tono. Guai ad abbassare la guardia. La vittoria contro la Roma è alle spalle, il Milan domani è atteso da un test che sulla carta può sembrare molto abbordabile ma non lo è, contro il Venezia in trasferta. Stefano Pioli non vuol sentir parlare di calendario in discesa: «Le prossime due partite (Venezia appunto, poi Spezia, ndr) sono complicate, contro avversari di buon livello. Quindi dobbiamo pensare di fare una prestazione di alto livello. Intensità e qualità. Dobbiamo pensare al nostro percorso e non a quello degli avversari».
Nella consueta conferenza stampa della vigilia, Pioli è tornato poi sulla prestazione di giovedì, prova che ha restituito ancora più fiducia al gruppo. Nonostante le tante assenze tra Covid, infortuni e giocatori impegnati in Coppa d’Africa, il Milan oggi sta bene: «Contro la Roma è stata una partita dispendiosa soprattutto mentalmente – sottolinea Pioli –, fisicamente l’abbiamo gestita bene. Quando vinciamo, corriamo sempre meno degli avversari. La nostra mentalità e il modo di giocare ci porta a essere intensi. Poi, certo, le squadre forti devono saper vincere anche quando vanno a cento all’ora».
Pioli: «Leao mi ricorda il primo Henry. Ibra e l’errore dal dischetto? Lui è sempre incavolato…»
Milan, Stefano Pioli parla di Leao e rincuora Ibrahimovic
Il tecnico ha poi analizzato il momento dei singoli: «Se Ibra era arrabbiato dopo il rigore sbagliato? Lui è sempre incavolato, ce l’ha sempre con qualcuno o qualcosa per tirare fuori da se stesso le motivazioni. Non era contento per l’errore, ma era contento per come è entrato e per la squadra. Se ci sarà un altro rigore, deciderà lui cosa fare. Leao? Deve continuare a lavorare con grande convinzione e ambizione perché può arrivare a essere davvero molto forte nel panorama europeo e mondiale. A me ricorda tanto il primo Henry, quando partiva largo a sinistra e poi si accentrava. Rafa deve lavorare tanto sulla sua testa per essere ambizioso, per poter arrivare sul tetto del mondo. Tonali? È cresciuto così tanto che la posizione in campo non è così determinante.
Ha avuto bisogno di un percorso di conoscenza e lettura degli spazi, ma adesso ha acquisito quella consapevolezza e lettura che gli permette di essere utile sia in costruzione che in fase difensiva. Penso sia il giovane più forte che ho allenato, è a un livello davvero molto alto. Il suo segreto e il talento e il lavoro che fa ogni giorno per migliorare. Hernandez? Con la Roma ha fatto la miglior partita della stagione per applicazione, attenzione e lavoro difensivo. Non ha sbagliato un movimento. Ha lavorato bene nei giorni prima della partita. Nel calcio si possono raccontare tante favole, ma se ti alleni in un certo modo poi giochi in un certo modo. Theo deve trovare questa continuità».




