Ralf Rangnick sembra a un passo dalla panchina del Milan, ma anche dal prendere il pieno controllo su tutto il Club. Dalla dirigenza al campo, passando per Milanello e le giovanili (pulcini compresi). Sarà rivoluzione tedesca?
“Deutschland Deutschland uber alles” recita l’inno tedesco, sostanzialmente significa “la Germania sopra a tutto”. Per il futuro matrimonio tra Ralf Rangnick e il Milan la frase chiave potrebbe essere la stessa, sostituendo “Germania” con il nome del tecnico. Perché il diavolo targato Elliot pare proprio disposto a dare tutto in mano al professore pur di averlo come prossimo allenatore della prima squadra. Come successe con Lipsia e Hoffenheim, Rangnick al suo arrivo in rossonero avrebbe pieno potere decisionale. Le avventure in Germania furono condite da risultati eccellenti, il dubbio è se saprà nel caso ripetersi anche in un campionato che conosce solo a distanza.
Rangnick non è di certo l’ultimo degli arrivati: il suo curriculum è di tutto rispetto. Chi intravede all’orizzonte un nuovo Marco Giampaolo non conosce Ralf Rangnick, e dunque segue la stupida teoria secondo la quale “se un allenatore è straniero e non si chiama Guardiola, Mourinho o Klopp non merita”. E il fallimento è garantito.
Ralf Rangnick Milan: progetto Liverpool?
Il Milan, forse un po’ tardivamente, sta iniziando a capire che nel calcio di oggi bisogna sapersi modernizzare. Se guardassimo attentamente in casa Liverpool e analizzassimo la sua trasformazione, vedremmo una squadra che in cinque anni da metà classifica è arrivata in vetta all’Europa. A Liverpool ha preso potere Jurgen klopp (caso strano, tedesco pure lui) e per i Reds è iniziato un lungo processo di crescita. Oggi il Liverpool è di nuovo campione d’Europa e sta per vincere il titolo in Premier dopo quasi quarant’anni di carestia, il tutto perché l’intera strategia di sviluppo del club è stata affidata al suo allenatore. Vero, a Liverpool il budget per costruire non è mai mancato, però Klopp la mano l’ha messa eccome, e i risultati oggi sono evidenti. Nessuna illusione. Con Rangnick il Milan non riuscirebbe a vincere subito, ma le fondamenta per tornare competitivi potrebbero essere fin da subito gettate.
Ralf Rangnick Milan: il piano del tedesco
Rangnick potrebbe avanzare richieste specifiche prima di accettare l’accordo. Un contratto quinquennale intanto, poi un cambio totale anche fuori dal rettangolo verde, per un investimento complessivo che oggi viene valutato nella teoria in circa 140 milioni di euro: questo cambiamento comprenderebbe un nuovo staff da 18-20 persone e spese sul mercato per non meno di 80 milioni. In via prioritaria si punterebbe all’inserimento in squadra di giovani in rampa di lancio, alcuni ancora da valorizzare, altri da consacrare definitivamente (Gigio Donnarumma ad esempio), mantenendo un’età media di circa 22 anni. Ma la vera rivoluzione potrebbe arrivare con la filosofia che il manager tedesco sarebbe pronto a infondere sui campi di Milanello e non solo: le sue idee tattiche verrebbero uniformate infatti anche nelle giovanili rossonere, a partire dalla categoria dei “pulcini”.