Donnarumma ha tutto per ergersi a idolo indiscusso, gli basterebbe dire: «Mino, al mio futuro ci penso io, resto qua!»
Il calcio di oggi ha perso ogni retrogusto romantico, l’ultimo in ordine cronologico è stato Francesco Totti. Non esistono più le bandiere, quei giocatori che mettono la passione e il cuore avanti all’ambizione personale o di procuratori famelici come squali. Va detto che son cambiate anche le esigenze economiche dei club, ora c’è il Fair Play Finanziario che seppur applicato in maniera rivedibile, condiziona la storia dei talenti più cristallini. Con il forzato addio di Totti se n’è andato il calcio dal sapore dolce, già rovinato dai macabri “licenziamenti” di Ambrosini e Del Piero, capitani di due squadre che non li volevano più. Il calcio è cambiato, ma non la nascita di talenti. Ne sa qualcosa il Milan che si gode Gigio Donnarumma, gioiello bello e di valore inestimabile. Lui che da sempre sogna di fare la storia del Milan ma…
UNA STORIA DA SCRIVERE E DIFENDERE Nella giornata di ieri Donnarumma ha staccato la presenza numero 101 in Serie A con la maglia del Milan, un traguardo unico per un giocatore della sua età. L’ascesa iniziata il 15 ottobre del 2015, lo proietta tra i grandissimi della storia rossonera, Paolo Maldini su tutti. L’ex capitano ha totalizzato ben 647 presenze in campionato con i colori del Diavolo, numero impressionante, ma assolutamente arrivabile se ti chiami Gigio e dopo soli due anni e mezzo sei già a quota 101. A leggerla nei numeri trattasi di una storia che riconcilia con il calcio del passato, il giovane promosso dalla Primavera che approda tra i grandi e inizia a segnare la storia. A riportare tutti sulla terra però ci sono due fattori: Mino Raiola e l’oggi. L’agente di Donnarumma non vede l’ora di svestirlo della casacca rossonera per venderlo al più ricco offerente – non necessariamente al migliore -. La situazioe attuale del calcio, i costi di gestione del club e i passivi da colmare potrebbero fare il resto. Un quindicennio separa Donnarumma dall’Olimpo milanista, tanto servirebbe per eguagliare o superare il record di Maldini. Raffrontato ai giorni nostri appare come un lasso di tempo improponibile, minore a quello vissuto da Buffon con la Juve – anche se nel 2006 disse sì alla tentazione Milan -. Donnarumma ha tutto per ergersi a idolo indiscusso, gli basterebbe dire: «Mino, al mio futuro ci penso io, resto qua!». Fassone e Mirabelli non si opporrebbero alla volontà del ragazzo, a patto che questa sia il reale desiderio di Gigio e non solo una semplice supposizione.