Stadio della Roma, il Milan cinese e una riflessione sugli investimenti nel calcio italiano.
Una situazione paradossale, quella che si è creata a Roma. Dopo mesi e mesi di batti e ribatti, alla fine lo stadio si farà: ma negli ultimi giorni il rischio cancellazione è stato più che concreto. Tanto che, alla fine, dal progetto originale è stato tagliato più del 50% delle cubature totali, cancellando del tutto i tre iconici grattacieli progettati dall’archistar Daniel Libeskind. Lo stadio della Roma si farà, ma al caro prezzo di un progetto monco a causa della continua opposizione da parte delle istituzioni, in primis la giunta comunale della capitale guidata da Virginia Raggi.
Ciò, inevitabilmente, impone una riflessione. Settimana prossima la cordata cinese, finalmente, rileverà il Milan da Silvio Berlusconi, in uno storico passaggio di proprietà. Difficile credere che, al di là degli investimenti sul mercato, i nuovi proprietari non abbiano intenzione di arricchire l’asset della società; la costruzione di uno stadio di proprietà sarebbe quindi, il primo serio passo verso un significativo aumento del fatturato. Già qualche anno fa Barbara Berlusconi ci provò con il famoso progetto dello stadio al Portello: nonostante l’autorizzazione di Fondazione Fiera, che aveva istituito un bando di riqualificazione che il Milan aveva poi vinto, non se ne fece nulla. La nuova proprietà cinese, con ben altri mezzi e ambizioni a disposizione, punterebbe a un premio molto più grande. Ma, come l’esperienza romana insegna, dovrà fare i conti con la pubblica amministrazione, nel caso sia in programma uno stadio.
Depone a favore della situazione la città di Milano stessa. Negli ultimi anni, grandi e moderni grattacieli hanno cominciato a comparire in diverse zone della città, indice che l’apertura a progetti innovativi e redditizi c’è. Al di là del sindaco in carica, dato che particolari opposizioni non si sono mai registrate. Quanto successo nella capitale, dove alla fine lo stadio della Roma si farà, rappresenta una preziosa lezione per i nuovi proprietari del Milan: investire nel calcio italiano, al netto di tanta pazienza e ingenti investimenti, si può.