Da calciatore a pastore religioso, tutto con quelle treccine diventate inevitabilmente un marchio di fabbrica. Vi ricordate il buon vecchio Taribo West?
Taribo West: l’approdo all’Inter
Un prospetto a dir poco luminoso, quello di Taribo West. Una stagione brillante con la maglia dell’Auxerre in Ligue 1 e la vittoria dell’oro olimpico con la maglia della Nigeria probabilmente più forte di sempre nel 1997. Bastò questo per convincere l’Inter di Massimo Moratti a sborsare 6 miliardi di vecchie lire per portarlo nella Milano nerazzurra. Fu così che Taribo West approdò nella stessa squadra di Ronaldo il Fenomeno, un sogno realizzato. A dire il vero Ronaldo a West deve anche un favore. Perché, al primo anno, la Coppa Uefa vinta grazie alle magie del brasiliano in finale contro la Lazio arrivò dopo un successo sullo Schalke 04 marcato da una rete ai tempi supplementari proprio di West. Furono i suoi tackle difensivi un po’ troppo irruenti e le sue cavalcate sulla fascia, oltre ovviamente ai suoi bizzarri capelli, a fargli guadagnare la stima dei tifosi.
L’anno successivo iniziarono però gli screzi: un giorno Mircea Lucescu lo sostituì e lui non la prese benissimo lanciando la maglia verso la panchina. Qualche partita dopo, il tecnico gli chiese di iniziare a scaldarsi a bordocampo e lui rispose severo: «Sei uno stro…o». Nella stagione successiva approdò alla guida tecnica dell’Inter Marcello Lippi. Andò in scena un curioso episodio tra i due, raccontato dall’allenatore originario di Viareggio qualche anno più tardi: «Un giorno eravamo tutti a tavola con la squadra e lui non c’era. Dico a uno dello staff: vai a vedere che sta facendo Taribo. Viene lui e mi dice: “Stavo pregando mister, Dio mi ha detto che oggi devo giocare”. E io: “Strano, a me Dio non ha detto niente… vieni a mangiare che è meglio, pregherai dopo”». Il rapporto con Lippi fu ai ferri corti sin dall’alba del ritiro estivo. Il neo-tecnico nerazzurro lo mise fuori rosa prima dell’inizio del campionato. Dopo sei mesi, senza nemmeno un minuto in campo, venne quindi ceduto al Milan.
Taribo West: la breve esperienza in rossonero e il tramonto della sua carriera
«Ho fatto un sogno, mi vedevo prima con una maglia nerazzurra poi con una rossonera e allora ho capito che il mio destino era quello di andare al Milan. E d’altronde, tempo fa, giocando una partita benefica con Weah in Africa, la maglia rossonera l’avevo indossata per davvero». Si presentò così Taribo West ai suoi nuovi tifosi. Peccato che il suo contributo in campo non sia stato dei migliori, al contrario giocò titolare solo le ultime tre sfide di campionato senza lasciare il segno. Fece i bagagli, prese l’aereo e volò in Inghilterra al Derby County, contribuendo poi alla salvezza del Club. Successivamente si trasferì al Partizan Belgrado e il suo presidente di allora disse di aver scoperto che la vera età di West al momento del suo approdo in Serbia era di quarant’anni, non di ventotto. Dichiarazioni mai smentite dal giocatore. Nel 2008 ha avuto l’opportunità di giocare uno dei derby più sentiti al mondo, quello di Teheran, con la maglia del Paykan. Si ritirerà a fine stagione.
Taribo West dov’è finito?
Mentre giocava nell’Inter fondò una propria chiesa, a Milano, nella quale si autoproclamò pastore religioso. Chiesa che ha continuato a gestire anche dopo l’addio al calcio. Ha fondato la “Taribo West Charity Foundation”, una fondazione che aiuta i bambini nigeriani in difficoltà. Nel 2014 ha dato origine a una nuova chiesa sempre in patria e che gestisce tutt’oggi. Si dedica a tempo pieno a Dio. Re delle meteore a Milanello, nulla da dire sul suo cuore d’oro oltre il rettangolo verde.