Pietro Cartolano ci aiuta a rileggere Milan-Napoli in chiave tattica.
Si conclude il mini ciclo del terrore del Milan di Pioli. L’unico punto conquistato dai rossoneri contro un big è proprio quello di sabato pomeriggio. Come di consueto, andiamo ad analizzare “tattica…mente” la prestazione dei rossoneri. Una gara, quella contro il Napoli, cupa e poco stimolante che si presenta in modo paradossale e si sviluppa con il freno a mano tirato. Colpa della paura e della poca personalità.
Il menu di oggi offre:
1 – Dipendenza, malattia o indifferenza?
2 – Aspettando Godot
3 – Chi non risica non rosica
4 – Illusioni ottiche
Buona lettura!
1 – DIPENDENZA, MALATTIA O INDIFFERENZA?
L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha definito la dipendenza da videogiochi una malattia mentale. Possiamo estenderla al mondo di internet, della tecnologia, degli smartphone. Forse è questo il motivo che ha spinto Biglia e Rebic (i peggiori in campo) a utilizzare i telefonini poco prima della gara. O forse è semplice indifferenza, semplice menefreghismo. Qualcuno li giustificherà dicendo che stavano cercando la concentrazione. Ma mentirà. L’unica esperienza vera che si possa vivere prima di una partita, se si è veramente un gruppo, è quella di comunicare e cercare di confortarsi a vicenda. Poi, se necessario, ognuno può isolarsi cercando un equilibrio interiore.
Ma nulla giustifica questa scena:
2 – ASPETTANDO GODOT
Il nostro Godot ha varie forme. Potrebbe essere la fase di realizzazione oppure il passaggio al 3-5-2. Però dobbiamo definirlo Godot, in quanto aspettiamo che arrivi qualcosa di meglio ma non avendo la sfera di cristallo non sappiamo bene cosa sia. In qualsiasi caso, a mio parere il passaggio al 3-5-2 come modulo DEFINITIVO per questa stagione credo che sia estremamente necessario. In questo caso sarebbe ovvio il reintegro di Caldara come primo di destra e Rodriguez come terzo di sinistra, con il solo Romagnoli candidato al ruolo di centrale in quanto molto esperto. A centrocampo è indispensabile la verticalità di Bennacer e almeno uno tra Bonaventura e Paquetà. In avanti il buon Piatek se non trova i gol della scorsa stagione può lasciare spazio a Leao, Calhanoglu e il Mister X di gennaio. Sperando che sia una semi divinità.
3 – CHI NON RISICA NON ROSICA
Il terrore negli occhi dei rossoneri è costante. Partendo dal presupposto che questi giocatori non hanno esperienza, sarebbe necessario lavorare tanto sulla parte atletica e farli giocare senza alcun timore. Il buon Zeman, un De Zerbi o un Di Francesco farebbe al caso nostro. Finora cercando di subire pochi gol, quindi schiacciandoci, si sono evidenziate tutte le debolezze dei singoli. Se si giocasse con la linea difensiva molto alta e si cercasse di fare gioco offensivo liberando la fantasia dei giocatori di qualità, si potrebbe ottenere un buon risultato.
Ora vi racconto un segreto, ma prima parto da una domanda. Secondo voi, cosa ha reso estremamente efficace il Tiki-Taka? Il 99% risponderà: «I continui passaggi veloci, precisi e nello stretto». Beh, questa è l’impressione che anche moltissimi allenatori hanno avuto negli anni. Da qui è derivato un concetto malato di possesso palla sterile, spesso difensivo e assolutamente noioso. Perché? Perché il vero segreto del Tiki-Taka è il dribbling. Sì, quello che una volta è stato il protagonista delle ripartenze all’italiana. Cambia “solo” il modo di portare il pallone verso gli attaccanti, non più con un lancio, ma con il possesso. Quando il pallone giungeva a Iniesta, Messi, Neymar e altri, era necessario un dribbling per creare la superiorità numerica e rendere efficace il cosiddetto Tiki-Taka.
4 – ILLUSIONI OTTICHE
Cosa creava, quindi, questa tattica? Una felicità e una realizzazione unica nel cuore e nella mente dei giocatori. La soddisfazione di divertirsi nel proprio lavoro non ha prezzo. Perché, in fondo, il calcio è divertimento e dovrebbe esserlo anche a quei livelli. E la parte realmente divertente del calcio è la fase offensiva, quella che fa partire il boato dello stadio. Il Milan oggi attacca con la paura di perdere la palla e prendere il contropiede. Roba da matti. Inserire maggiore qualità, a mio modo di vedere, permetterebbe di cambiare anche la fase difensiva. Sarebbe una lieta illusione alla cui base ci sarebbe la valorizzazione dell’unica caratteristica indiscutibile di questi ragazzi: l’età. Sono giovani, bisogna prepararli bene fisicamente e non caricarli di responsabilità. Volendo anche tattiche.
Come ogni settimana, ecco il nostro suggerimento di formazione. Modulo 3-5-2: