Pietro Cartolano ci aiuta a rileggere Milan-Brescia in chiave tattica.
‘Impegno e pazienza’, ci eravamo lasciati con questi due termini sette giorni fa. Da qui ripartiremo. Come ogni settimana, anche oggi, ”Tattica…mente” si cercherà di chiarire i dubbi e sciogliere i perché.
1. Perché tutti pensavano al cambio modulo che non è avvenuto?
2. Come mai Suso gioca meglio da seconda punta pur nascendo trequartista?
3. Perché Andrè Silva e non Piatek dal primo minuto?
Milan-Brescia rappresenta il tutto e il nulla del calcio moderno:
In una sola settimana il diavolo trasforma la prestazione insipida di Udine in una prova di compattezza, lucidità ed energia. Ma in fondo tutto questo non conta nulla. In casa Milan le montagne russe sono il mezzo di trasporto preferito degli ultimi anni.
Prima di entrare nel dettaglio, è necessario rispondere ai tre perché:
1. Giampaolo non cambia modulo alla seconda giornata perché è un allenatore vero:
Poter vantare più di 300 panchine tra i professionisti non essendo un ex calciatore famosissimo (vedi Conte o Ancelotti), non avendo vinto titoli di rilievo in panchina ed essere al Milan ha un solo significato: o a Milanello sono pazzi oppure Giampaolo ha delle qualità che ai più non sono evidenti. Credere nel proprio lavoro può apparire presuntuoso, ma in questo caso è da ritenersi pura razionalità. Un modulo come il 4-3-1-2 non si allena facilmente e ha molte peculiarità da rispettare. Come si può pensare che alla prima di campionato, con una rosa così modesta, si possa impressionare? Fortunatamente Giampaolo è sempre calmo e lucido, due caratteristiche fondamentali per non finire nel ciclone del soddisfacimento generale.
2. Non sembra vero, Suso meglio da seconda punta che da trequartista:
Seconda punta, perché sulla carta Andrè Silva era la prima, ma di questo parleremo più avanti. Avanzare la posizione di Suso non è stata un’idea volta a renderlo più prolifico in zona goal o a renderlo immune dai compiti difensivi, ma perché concedendogli la zona di centrodestra, se ha l’impellente necessità di allargarsi per sentirsi nel suo habitat naturale, non svuota la zona centrale del campo che deve avere un costante punto di riferimento.
3. André Silva titolare al posto di Piatek:
Gelo improvviso a San Siro, Giampaolo è ubriaco? No, è solo un tattico frizzante: non si crea pericolo con Suso trequartista che si comporta in modo troppo anarchico, Castillejo da seconda punta che non trova il ritmo e chiude gli spazi a Piatek il cui apporto è limitato al suo sano egoismo da bomber. Quindi se si vogliono allargare le maglie del Brescia bisogna cambiare qualcosa: posizionando Suso a destra e Andrè Silva a sinistra gli si può chiedere di giocare larghi (cosa che Castillejo a destra e Piatek a sinistra non sanno fare). In questo modo si crea spazio centrale per gli inserimenti di Castillejo. Il calcio va analizzato globalmente, la tattica vince ancora una volta sulla competenza del singolo: Silva è inferiore a Piatek, ma è più funzionale alla manovra offensiva che necessita della produzione di spazi.
Piatek, pertanto, non fa per Giampaolo? Va solamente rieducato e la ‘rivalità’ del nuovo acquisto Rebic potrà solo stimolare il bomber polacco.
Alla ricerca del gioco:
Se Milan-Brescia è stata la partita opposta di Udinese-Milan, c’è solo un motivo e si chiama Marco Giampaolo. Non a caso nella prima mezz’ora – e bene o male in tutto il primo tempo – gli spunti di Bennacer (meglio del turco in regia) combaciano perfettamente con la maggiore profondità e la produzione di nuovi spazi; le uscite palla al piede dal primo pressing (quando ha palla Donnarumma per intenderci) sono state quasi perfette. Se vogliamo prendere in considerazione solo la tattica bisogna definirle perfette, ma se si considerano gli errori tecnici nei passaggi di Kessiè ecco che va inserito il ‘quasi’.
Uno spunto personale:
Si cerca di essere coraggiosi e tatticamente vivi? Perché non pensare di far scendere l’attaccante destro (Suso in questo caso) sulla linea dei centrocampisti e far avanzare Kessiè largo a destra nella rimessa dal fondo, quindi nell’uscita dal primo pressing organizzato? La qualità di Suso permetterebbe di avere uno scarico perfetto sul regista o sul terzino che permetterebbero a Kessiè (o all’attaccante sinistro) di ricevere una verticalizzazione nella trequarti offensiva. Si passerebbe, quindi, in pochi secondi dalla propria area alla zona di difesa avversaria.
Due considerazioni in aggiunta:
Bene Castillejo nel pressing su Tonali che è rimasto in ombra per gran parte della gara e ottima la linea alta della difesa rossonera.
Quando si vuole recuperare la palla nella trequarti avversaria, bisogna che la squadra sia corta e quindi che la linea difensiva sia alta; l’attenzione verso il fuorigioco diventa punto fondamentale.
In conclusione:
La sosta delle nazionali cede un vantaggio a chi lavora sulle idee piuttosto che sulla classica palla lunga al più forte (vedi i lanci di Thiago Silva a Ibra che faceva la sponda su Nocerino o Boateng). La vera forza di un gruppo in cui non spiccano i fenomeni sarà quello del gioco e Giampaolo con impegno e pazienza illuminerà la via. Intanto il Man of The Match di sabato è proprio il tecnico.