Pietro Cartolano ci aiuta a rileggere Milan-Inter 0-2 in chiave tattica.
Non è mai facile fare un’analisi tattica dopo la sconfitta nel derby. La voglia di buttare tutto all’aria è grande. La considero esternazione del dolore tramite l’isolamento, perché il silenzio spesso fa meno male.
Fondamentalmente ho paura di finire come il Torino nei confronti della Juventus, sempre più relegato a seconda squadra della città. Usando la ragione ritengo sia impossibile visto il blasone del Milan, ma irrazionalmente la paura è grande.
Tattica…mente è una rubrica nota per usare la mente, appunto. Pertanto facciamo un respiro profondo e iniziamo il nostro percorso settimanale che ci porta ad approfondire le tematiche di campo.
Oggi il menù propone:
1 – Cambio modulo: geniale e limitante
2 – Costanza nel lavoro
3 – Imprevedibilità, concetto utopico
4 – Limite fisico o mentale
5 – Il tifoso medio, chi è causa del suo mal pianga se stesso
1 – CAMBIO MODULO: GENIALE E LIMITANTE:
Giampaolo ha stupito tutti inserendo Leao e cambiando modulo passando al 4-3-3 (immagine A). Perché l’ha fatto? Voglio deludervi subito: non perché ascolta i tifosi. Giocando con i tre attaccanti si ha la possibilità di affrontare i tre difensori avversari nell’uno contro uno. Quando Guardiola allenò il Bayern Monaco rischiò l’uno contro uno schierando la difesa a tre contro il Barcellona. Fu un suicidio che costò enormi figuracce ai difensori bavaresi il cui momento peggiore fu quando Boateng venne steso da un dribbling di Messi…impossibile da dimenticare. Paradossale, ma anche Guardiola ha sbagliato alcune scelte nella sua vita.
A questo punto la domanda spontanea presuppone una risposta scontata: perché nel Barcellona funzionò il 3 vs 3 e nel Milan no? Semplice: il Milan non ha giocatori adatti all’uno contro uno. Leao ha puntato bene l’avversario creando pericolosità, Suso – per quanto verrà fortemente criticato in questo articolo – ha fatto il suo, mentre Piatek è un’ancora che non permette al Milan di staccarsi dal porto e iniziare a navigare.
In qualsiasi caso l’idea di Giampaolo è stata corretta e poteva essere vincente, se solo alcuni giocatori del Milan non fossero da squadra di metà classifica.
Finisce il primo tempo in cui il Diavolo addirittura rischia di passare in vantaggio con una cavalcata di Suso. Durante l’intervallo, però, Giampaolo non apporta modifiche. Se l’effetto sorpresa ha inizialmente spiazzato l’Inter, il buon Conte nell’intervallo istruisce a dovere i suoi giocatori contenendo il problema. A quel punto Giampaolo deve immaginare tutto ciò e deve passare al “vecchio” 4-3-1-2 per spiazzare nuovamente Conte.
Vi assicuro, non è una mossa da professore de ”La Casa di Carta”. È un’idea che mi è balenata nell’intervallo. Pertanto anche Giampaolo, o un suo collaboratore, avrà pensato a questa soluzione, peccato che sarebbe stata inutile vista la poca duttilità degli attaccanti del Milan. Non immagino quanto sia stato difficile per Giampaolo avere un’idea del genere e non poterla mettere in atto.
2 – COSTANZA NEL LAVORO:
Dedichiamo uno spazio breve per confermare il lavoro svolto sia in fase di impostazione dal basso con due centrocampisti che scendono a ricevere e Kessié che sale in caso di rilancio lungo (immagine B), sia nel lavoro svolto da Suso che scambia la posizione con Kessié per cercare di lavorare il pallone dal centrocampo con maggiore qualità (immagine C). Situazioni già viste negli articoli precedenti.
3 – IMPREVEDIBILITÀ, CONCETTO UTOPICO:
L’allenatore e i giocatori hanno ruoli diversi: l’allenatore traccia un’idea dentro la quale i giocatori devono mettere in mostra le proprie gesta. Se l’allenatore è bravo avrà delle ottime idee e se i giocatori sono bravi riusciranno a mettere in mostra tutte le loro capacità. Nel caso del Milan ritengo che l’allenatore sia troppo avanti per alcuni giocatori e l’immagine D ne è l’esempio. In questa situazione in cui un Rodriguez palesemente spaesato avanza sulla sinistra, ben quattro giocatori del Milan possono muoversi per creare spazi e fraseggi pericolosi. L’azione si conclude con un cross inutile di Rodriguez dalla posizione in cui si trovava. Nessun pericolo per la difesa avversaria.
4 – LIMITE FISICO E MENTALE:
Le tre immagini E non sono consigliate ai deboli di cuore. Se siete milanisti e soffrite di ansia o stress dopo aver letto questo paragrafo cercate di dimenticare definitivamente questi frame. Analizziamola:
Dopo una grandissima progressione, Suso può servire in un primo momento Leao che con uno stop orientato e un tiro ha grandi possibilità di sbloccarla; in un secondo momento Suso può servire Kessié sulla destra, Piatek che stava arrivando da dietro e Leao sulla sinistra. La sua scelta la conosciamo tutti, ma la cosa che più mi lascia basito è la posizione che assumono lo stesso Suso e Kessié quando il pallone è ancora in gioco grazie alla caparbietà di Piatek che crossa in mezzo per cercare Calhanoglu, il cui tiro finisce in curva. Non solo Suso non l’ha passata, ma ha anche deciso di fermarsi non andando in profondità alle spalle della difesa dell’Inter. Tutto ciò mi stupisce, ma fino a un certo punto. Certi giocatori evidentemente non sono da Milan.
5 – IL TIFOSO MEDIO, CHI È LA CAUSA DEL SUO MAL PIANGA SE STESSO:
Avete veramente il coraggio di dare la colpa a Giampaolo perché il Milan non ha un gioco? Ma ci rendiamo conto di quali giocatori ha a disposizione? Alla Sampdoria i centrocampisti (Barreto, Ekdal, Linetty, Praet e prima ancora Torreira) erano giocatori bravi tecnicamente, tenaci, incursori e capaci di usare entrambi i piedi. Si sta sopravvalutando la rosa fin dai tempi di Seedorf, allenatore che pagò questa sua onestà con l’esonero.
Quando il Milan ha presentato Giampaolo pensavate realmente che la rosa del Milan, con tutti i suoi limiti, avrebbe imparato i meccanismi a metà settembre? Perché se l’avete pensato dovete prendervela con voi stessi e non con Giampaolo, perché il calcio è ben altro. Volete grandi giocatori e grandi allenatori in un batter d’occhio senza pensare che, se i primi sono troppo costosi, bisogna investire su un tecnico con un’idea di gioco, una filosofia che nel tempo porti a risultati cercati e non campati per aria grazie alle giocate del singolo. Altrimenti sarebbe rimasto Gattuso, il cui scopo era quello di liberare i giocatori di maggiore talento per portarli al tiro. Spero che i tifosi prendano del tempo per ragionare e per capire i reali problemi del Milan. Essere frenetici non ha alcun senso.
In conclusione vi lascio con uno spunto di formazione che mi piacerebbe vedere nei prossimi turni di campionato (Paquetà purtroppo sarà assente giovedì sera a Torino). Cosa ne pensate?