Pietro Cartolano ci aiuta a rileggere Torino-Milan in chiave tattica.
Ridere dal nervoso o semplicemente ridere per non piangere. Il Milan giovedì sera ha fatto vivere emozioni contrastanti. Come di consueto, anche per il turno infrasettimanale, andiamo ad analizzare tattica…mente la sfortunata gara del diavolo.
In questo articolo non vi sarà l’ausilio delle immagini perché cercheremo un confronto sul momento, più che sugli episodi.
LO SCHIERAMENTO:
Leao titolare nel tridente d’attacco ha stupito tutti nel derby ed è stata una piacevole conferma a Torino. Cambiare modulo dimostra la duttilità di Giampaolo e i limiti di alcuni giocatori rossoneri, come già anticipato negli articoli precedenti. Bennacer e Hernandez sono stati richiesti a gran voce per l’esasperazione sviluppata nei confronti di Biglia e Rodriguez. Sono riusciti a dimostrare il loro valore: tecnicamente e atleticamente sono due giocatori completi e vivaci il cui apporto in fase offensiva può essere determinante. Kessié rimane un enigma del movimento calcistico italiano, poiché pare impossibile che un giocatore così limitato tecnicamente sia talmente presuntuoso da non fare le cose semplici e da cercare sempre la giocata più difficile. Rivedendo nostalgicamente le partite del Milan di Ancelotti rivedo la forza fisica di Kessié in Gattuso, che però quando recuperava palla cercava sempre il compagno più vicino evitando lanci lunghi inutili. Ciò lo rendeva fondamentale.
POSSESSO E VERTICALITÀ:
Come sempre, l’uscita palla al piede dal primo possesso di Donnarumma è stata fluida e con la presenza di Bennacer la verticalità non è rimasta solo un sogno. Biglia sarà un ottimo interditore, ma è lento nel cedere la palla agli attaccanti. È impossibile giocare contemporaneamente con Biglia, kessié e Calhanoglu. Serve la vivacità dell’algerino.
Se si cerca la profondità, è anche necessario avere gli attaccanti che dettino il passaggio. Purtroppo nel calcio sta scomparendo l’attaccante alla Inzaghi sempre assetato di profondità e di pericolosità, perché gli allenatori chiedono maggiore collaborazione da parte dei “numeri 9”. Peccato che Piatek non sappia né dare la profondità né aiutare l’impostazione. Senza pensare ai sentimenti, è un vero peccato che Higuain non sia più rossonero…sarebbe perfetto per l’idea tattica di Giampaolo.
LA RIVALITÀ:
Leao probabilmente ha messo qualche like di troppo alla compagna di Piatek, altrimenti certe cose non si spiegano. Scherzi a parte, il polacco ha dimostrato più volte di preferire la giocata difficile piuttosto di dare il pallone a Leao. Sarà solo una mia impressione, e me lo auguro, ma temo che Piatek non sia felicissimo dell’esplosione del portoghese. A parer mio quest’ultimo dovrebbe giocare titolare con l’inserimento a sinistra di Jack Bonaventura.
LE RIFLESSIONI:
Come si fa a perdere una gara dominata? Permettetemi per una volta di non essere il Mister fissato con la tattica, ma un tifoso venale che cerca un capro espiatorio: ritengo che gettare all’aria certe occasioni come quelle capitate sui piedi di Piatek e quella sul sinistro di Kessié, sia una facile condanna alla rimonta granata. Sedici tiri verso la porta avversaria sono abbastanza, peccato che solo quattro siano finiti nello specchio della porta. Di questi, solo un gol e tre tiri al bersaglio per colpire Sirigu.
Perché mandare Giampaolo al rogo?
Forse il paragone lontanamente proposto da Maldini tra Giampaolo e Sacchi è un po’ azzardato. La fiducia, però, a mio modo di vedere, è giustissima. Se potessi esprimere un desiderio vorrei che anche gli allenatori si potessero acquistare nelle sessioni di mercato. Perché ciò eviterebbe esasperate condanne e metterebbe sullo stesso piano di responsabilità le azioni dei giocatori e del Mister. È facile puntare il dito contro l’allenatore, perché effettivamente può essere cambiato prima dei calciatori.
Ma ora vorrei chiedervi una cosa: voi credete che i giocatori del Milan siano da Milan? Bene, per chi ha risposto sì la lettura dell’articolo può terminare ora. Mi dispiace essere crudele, ma Kessié e Piatek nel Milan di dieci anni fa avrebbero giocato 15 partite in tutta la stagione e neanche da titolari.
La strada è quella giusta:
Per Guardiola insegnare le proprie idee non deve essere complicatissimo. Oltre a essere un genio, ha anche giocatori predisposti naturalmente a imparare. Giampaolo non è Guardiola, ma soprattutto i giocatori del Milan non sono quelli del Barcellona o del Manchester City. Ciò significa che ci vuole più tempo a insegnare certi meccanismi, che da alcuni probabilmente non saranno mai appresi.
Inoltre, bisogna considerare che l’aspetto tecnico non è l’unico fattore: Bakayoko è stato tra i protagonisti della scorsa stagione, ma l’umiltà non è stata tra le sue caratteristiche principali. Questo, purtroppo o per fortuna, diventa un limite per alcuni giocatori. Vogliamo essere ancora più espliciti? Citiamo Cassano. Ecco un altro motivo per cui, a mio modo di vedere, Giampaolo va protetto e vanno ridimensionati Kessié e Piatek.
Domani sera un bel test:
La partita contro la Fiorentina arriva nel momento peggiore, poiché i viola hanno ritrovato la vittoria dopo più di sei mesi. Ma cercare un alibi sarebbe sciocco. Credo che sia per l’umiltà, sia per la tecnica, sia per la tattica, chiunque vorrebbe vedere Bonaventura titolare. Ma come ribadisco spesso solo l’allenatore conosce realmente la condizione psicofisica di un giocatore. E almeno che non succeda come tra Ventura e Insigne in Nazionale, ogni scelta tecnica dovrebbe essere ponderata.
Come già successo nell’articolo post derby propongo una formazione sperando di creare un piacevole confronto. Cosa ne pensate?





