In queste recenti e complicate stagioni sportive, fatte di fallimenti, promesse non mantenute e continui cambi in panchina e in Società, al Milan va attribuito un merito: aver lanciato molti giovani provenienti dal proprio vivaio. Nella lista, Tommaso Pobega oggi al Pordenone. La scheda.
Tommaso Pobega Milan: un nuovo talento da lanciare
Da Cutrone a Locatelli, passando per Gigio Donnarumma (arrivato giovanissimo dal Napoli) e più recentemente da Matteo Gabbia (quest’anno all’esordio in prima squadra). Il Milan si conferma fucina di talenti: l’obiettivo resta valorizzare il proprio patrimonio tecnico, aprendo le porte della Serie A alle giovani promesse provenienti dal vivaio. Oltre a Marco Brescianini (classe 2000), costantemente osservato da Stefano Pioli e spesso aggregato in prima squadra, nell’elenco degli osservati speciali c’è anche l’Harry Potter (tra poco scopriremo da dove deriva questo soprannome) di Pordenone: il classe 1999 Tommaso Pobega, centrocampista in maglia numero 24.
Tommaso Pobega Milan: perché Harry Potter?
Tommaso Pobega in realtà è un prodotto delle giovanili rossonere. Lo scorso luglio è approdato in quella che rischia di passare da “Cenerentola del campionato” cadetto a una delle più belle realtà del nostro calcio: il Pordenone. Al suo arrivo al “De Marchi”, il centro sportivo sede di allenamento del Pordenone, dov’è approdato con la formula del prestito, la prima cosa che i suoi nuovi compagni di squadra hanno pensato bene di fare è stato dargli un soprannome. Lucas Chiaretti, trequartista dei neroverdi, ha così deciso di ribattezzarlo Harry Potter, dopo aver visto indossare al ragazzo occhiali rotondi praticamente identici a quelli del celebre mago di Hogwarts, protagonista di romanzi e film.
Tommaso Pobega Milan: le tappe della sua carriera
Pobega inizia il proprio percorso al Milan all’età di circa 16 anni con la formazione Primavera. Il suo idolo, come di recente ribadito in un’intervista, è Bastian Schweinsteiger, mentre il suo primo vero allenatore è Gennaro Gattuso, che lo valorizza e gli consegna un ruolo chiave all’interno della rosa. Il Club intuisce le doti tecniche e fisiche del ragazzo e l’anno dopo, nella stagione 2018/2019, lo trasferisce in prestito alla Ternana. A Terni per Pobega sarà un anno poco produttivo, con più ombre che luci. Tommaso non gioca con continuità e le prestazioni ne risentono, così fa di nuovo le valigie e rientra a Milanello.
Per fortuna, a Pordenone c’è un club che lavora meglio: nonostante la poca disponibilità economica, è spinto da preziose qualità calcistiche, doti che ne fanno una delle piazze più apprezzate da appassionati e addetti ai lavori; in Friuli capiscono che al ragazzo le potenzialità non mancano e lo mettono subito al centro del nuovo progetto tecnico: l’obiettivo è “salvare la categoria”. L’arrivo di Pobega a Pordenone coincide col primo anno dei ramarri in Serie B. All’esordio, alla Dacia Arena di Udine (il Pordenone gioca sul terreno dell’ex “Fiuli” le sue partite in casa), realizza una doppietta nel 3-0 finale contro il Frosinone, mettendo subito in luce tutte le sue qualità. Sono quattro i gol totali realizzati in campionato quest’anno dal classe ’99, a questi si vanno ad aggiungere una rete in Coppa Italia e tre assist. Non male per un calciatore della sua età immerso in una categoria difficile come la Serie B.
Tommaso Pobega Milan: semplice scommessa o qualcosa di più?
Il Pordenone ha un diritto di riscatto sul suo cartellino pari a 2,5 milioni di euro, ma il Milan possiede un contro-riscatto da 2,4 milioni. Motivo per cui Pobega potrebbe seriamente finire sulla lista dei nuovi arrivi in Casa Milan che Ivan Gazidis sta abbozzando per la nuova stagione. Il giocatore, reduce da un’ottima annata, ha dimostrato di possedere ampi margini di crescita e i primi a esserne convinti sono propri i tecnici e gli osservatori rossoneri. Il profilo di Tommaso rientra poi alla perfezione nella nuova politica strategica imposta dal Fondo Elliott: costruire una squadra di talenti per lo più giovani e senza ricorrere a spese folli.
Ma la vera domanda è: se dovesse rientrare alla base, Pobega resterà una scommessa con qualche grado in più da applicare sul petto o potrebbe diventare davvero un punto fermo del Milan del futuro? A questa domanda ha provato a rispondere il suo allenatore al Pordenone, Attilio Tesser: «Tommaso è un ragazzo con grandissime qualità – ha detto – e può fare un’ottima carriera, a ogni allenamento vedo in lui la voglia di migliorarsi sempre di più e questa è una buona cosa…però deve ancora crescere tanto, andare subito in una big è complicato. Guardate Locatelli, al Milan dopo un inizio scoppiettante soffrì molto, oggi a Sassuolo si sta proiettando verso una grande carriera».
Puntare sui giovani non è cosa sbagliata, tutt’altro. Casomai è puntare solo sui giovani la vera operazione rischiosa. La storia del calcio lo insegna: per tornare ai vertici, competitivi, e sognare nuovi successi non basta valorizzare i ventenni. Nel Milan del passato, molti prospetti lanciati verso il calcio dei grandi, com’è oggi Pobega, sarebbero stati ceduti in prestito altrove, in categorie più basse forse anche della B, con una missione comune: farsi le ossa. Oggi, nel Milan 2.0 di stampo americano, attento a mantenere lucidi e ordinati i bilanci ancor prima delle coppe nella sala dei trofei, profili come quello di Tommaso servono come il pane.




