Ultime Notizie Milan
Trent’anni fa il “complotto di Verona”
Pubblicato
3 anni fail
da
Luca Rosia
Da anni il 22 aprile 1990 racconta della “Fatal Verona”, quando l’Hellas frenò il Milan di Sacchi nella corsa al titolo in campionato, consegnato poi al Napoli di Maradona. Ma di fatale, destinato, scritto non fu il destino, fu un’opera umana ben architettata dai poteri forti. Marco Van Basten nel suo libro non usa mezzi termini: ci rubarono lo scudetto.
Sul volto impietrito di Arrigo Sacchi, appoggiato di braccio destro al finestrino in pullman, prima della partenza verso il rientro a Milano, si concentrava tutta la rabbia del Milan. Quella domenica, il 22 aprile di trent’anni fa, segnò uno dei capitoli più cupi della storia del calcio italiano. Nel suo libro autobiografico, “Fragile”, edito per l’Italia da Mondadori, Marco Van Basten a quel giorno ha dedicato un intero capitolo dal titolo “Lo scudetto rubato”. Si trattò di un furto clamoroso ai danni del Milan per opera di forze interne – probabilmente – alla federazione o alla Lega Calcio per agevolare la vittoria dello scudetto del Napoli di Diego Armando Maradona. Altri tempi. Van Basten nel suo libro scrive: “Sembrava davvero tutta una montatura. Dopo tutti questi anni è ancora una cosa che mi fa arrabbiare”.
Quella domenica il Milan, reduce dalla semifinale di ritorno di Coppa dei Campioni contro il Bayern Monaco all’Olympiastadion, proiettato poi verso il suo quarto trionfo europeo, il secondo con Sacchi alla guida tecnica, era impegnato al Bentegodi di Verona contro l’Hellas. I clivensi erano virtualmente in Serie B, destinati a salutare la categoria, alla loro ultima apparizione davanti al pubblico amico, il Milan appaiato in classifica col Napoli a quota 47, in vetta alla Serie A. Davanti a 42.000 spettatori, con ospiti illustri in tribuna autorità (ministri, segretari di partito e ovviamente Silvio Berlusconi, patron dei rossoneri dal 1985) il Milan timbrò la rete del vantaggio al 33′ con Marco Simone. Lo scudetto per i Campioni d’Europa in carica sembrava davvero vicino. Fu un anno incredibile il 1990 per il Milan di Sacchi. Il primo tempo si esaurì con i padroni di casa alla ricerca del gol del pareggio.
Al rientro dagli spogliatoi Arrigo mandò in campo Ruud Gullit, di nuovo a disposizione dopo un lungo stop durato quasi un anno. Proprio dai piedi dell’olandese in maglia numero 10 nacque la prima tanto discussa azione balzata alla cronaca fino ai giorni nostri: Marco Van Basten, ricevuta la palla dal connazionale, venne steso a terra clamorosamente in area di rigore ma per il direttore di gara, Rosario Lo Bello, l’azione fu limpida e regolare. Sacchi protestò platealmente e fu allontanato dall’arbitro: da quell’espulsione si generò un clima teso che macchiò il match fino ai suoi titoli di coda.
Il gol dell’1-1 era nell’aria e infatti arrivò puntuale pochi istanti dopo. Minuto 63: calcio d’angolo per il Verona, la sfera venne catapultata in area, Sotomayor saltò più in alto di tutti e insaccò di testa. Fu festa sugli spalti. Stizzito per quanto avvenuto poco prima, il Milan non riuscì a digerire il colpo e andò letteralmente su tutte le furie. Dopo venti minuti Frank Rijkaard venne espulso (secondo cartellino giallo per lui) per aver sputato verso Lo Bello e avergli centrato la scarpa. Il Milan rimase in dieci uomini. Le lancette dei secondi fecero altri due giri d’orologio e Lo Bello ne combinò un’altra delle sue: su respinta di Pazzagli, due giocatori dell’Hellas si ostacolarono fra di loro, l’arbitro interruppe il gioco e concesse la punizione incredibilmente al Verona. Dopo Rjikaard anche Marco Van Basten non riuscì a contenere la rabbia, gettò la maglietta a terra e venne invitato a rientrare in anticipo negli spogliatoi. Il Milan restò sul terreno di gioco con nove uomini.
Successe tutto in una manciata di minuti. Il Verona, spinto dai suoi tifosi e in netta superiorità numerica, trovò il 2-1 con una rete di azioni propiziata da ben due posizioni di fuorigioco. Durante la prima offensiva veneta due uomini di Bagnoli si trovarono chiaramente oltre la linea, il gioco si sviluppò nella sua trama, la palla tornò sui piedi della formazione ospite per poi essere nuovamente recuperata da quella di casa…all’89’ l’Hellas firmò il vantaggio, ancora in offside ma Lo Bello lasciò correre: Pellegrini scattò verso Pazzagli e di pallonetto accese gli spalti del Bentegodi. Verona in vantaggio. Il Milan lascerà il campo in otto uomini per l’espulsione di Billy Costacurta, out per proteste.
Nello stesso turno il Napoli festeggiò sul Bologna vincendo in trasferta 4-2 e superando il Milan in classifica di due punti. Mancava ancora una giornata ma lo scudetto era stato praticamente assegnato. Due giornate prima i partenopei avevano tratto beneficio da una vittoria a tavolino: due punti senza sudore in quel di Bergamo. L’8 aprile la partita allo stadio “Atleti Azzurri d’Italia” fu sospesa sullo 0-0 a un quarto d’ora dalla fine per il lancio di una monetina dagli spalti che colpì in testa Alemao. Un campionato di miliardi venne deciso da cento lire. Fece scalpore il labiale del massaggiatore del Napoli, Salvatore Carmando, che invitò Alemao a rimanere a terra dando così enfasi all’accaduto. Il match fu sospeso dall’arbitro e il risultato venne decretato dal giudice sportivo: Atalanta sconfitta 0-2 e tre punti comodi per il Napoli di Diego Armando Maradona. Il mistero che aleggiò fin da subito attorno a quell’episodio, trent’anni dopo non ha trovato ancora chiarezza. Fatto sta che quell’8 aprile il Milan non andò oltre il pareggio a Bologna (0-0) e il Napoli accorciò in classifica a -1. Milan 47, Napoli 49.
A Verona, due settimane dopo, l’opera venne completata, con Rosario Lo Bello che fu valutato tre in pagella “non tanto per gli errori arbitrali quanto per il clima creato sul campo”. Ironia del destino, quando “il calcio morì al Bentegodi” erano passati 17 anni e un giorno da un altro fattaccio che intrecciò sullo stesso cammino i rossoneri e la famiglia Lo Bello. Il 21 aprile 1973 Concetto, padre di Rosario, arbitrò a Roma in campionato Lazio-Milan. Negò un netto rigore ai rossoneri tra le proteste della panchina. Dall’Olimpico vennero cacciati l’allenatore Nereo Rocco e il capitano Gianni Rivera.
Ti potrebbe interessare
-
All’ombra del Vesuvio circolano già le bandiere del Napoli campione…d’Europa
-
«A Napoli hanno esultato?» La risposta elegante di Pioli
-
Milan, il Napoli può fare male in tre modi…
-
Milan, Osimhen batte Thiaw: la classifica AIC
-
Milan, i prossimi impegni stagionali dei rossoneri
-
Milan, Ibrahimovic a un passo dal record…di un altro rossonero
ULTIME NOTIZIE ANSA
-
Azzurri al primo allenamento, Retegui osservato speciale
-
Novellino in Serie C, allenerà la Juve Stabia
-
Juve: gli esami clinici escludono lesioni per Chiesa
-
Calcio: Deschamps, Maignan sarà portiere titolare Francia
-
Calcio: U21, convocati Zanoli, Carboni e Sorrentino
-
Inghilterra: forfait Rashford, Mount e Pope per l'Italia

Ribaltoni a Milano: via entrambi a fine stagione?

Milan, senza Champions a rischio anche lui?

Pioli crolla nella classifica dei colleghi

Milan, sosta decisiva per Leao: il rinnovo…
