Udinese-Milan ha mostrato tutte le lacune del calcio di Marco Giampaolo, il tecnico rossonero potrebbe tornare sui suoi passi in futuro…
L’obiettivo della rubrica ‘Tattica…mente” sarà quello di analizzare gli aspetti tecnico/tattici delle partite del Milan. Oggi, citando Giampaolo, bisogna imparare dalla sconfitta e capire da quali aspetti ripartire. Un’impresa ardua, ma non impossibile.
Un Milan insipido viene sconfitto dall’Udinese, squadra sulla carta inferiore ma umile e con le idee chiare. Solo qualche settimana fa, però, il Milan affrontava il Manchester United che sulla carta non ha nulla da invidiare ai rossoneri – anzi – e dominava contro la compagine inglese.
L’unico “errore” è la mancata copertura preventiva di Musacchio, che non sempre è attento a questi dettagli, ma per essere calcio estivo un Milan del genere è tatticamente stimolante. In quella gara, infatti, segna il trequartista (Suso in quel caso), in seguito ad uno smarcamento classico di questo modulo.
Ad oggi, però, dopo solo una gara di campionato, Giampaolo mette in discussione se stesso, il modulo che l’ha reso un maestro e le qualità dei propri attaccanti. Perché? Partendo dal presupposto che lo schieramento tattico nel calcio moderno è la chiave per poter affrontare una partita, i calciatori dovrebbero mettere anima e cuore in campo per trarre il meglio da se stessi e dalla situazione in cui l’allenatore e la sorte li pone. Quando il Milan non effettua neanche un tiro nello specchio della porta avversaria viene complicato parlare di scarse soluzioni tattiche.
Però, la nostra rubrica ha lo scopo di parlare di soluzioni tattiche e non di stimoli interni ai giocatori, pertanto entriamo nel dettaglio.
Suso ha l’obbligo, insieme alle mezzala o al terzino, di crearsi lo spazio quando la palla passa dal difensore centrale alla punta che viene incontro. Eppure non è mai successo, la palla è puntualmente tornata all’indietro e una situazione tattica che dovrebbe avere la funzione di catalizzare il possesso, lo rallenta solamente e dimostra quanto un retro passaggio di prima di 30 metri sia rischioso e impreciso, ma obbligato dalla sonnolenza di chi dovrebbe smarcarsi.
Pietro Cartolano ci aiuta a rileggere la partita di Udine in chiave tattica

Udinese-Milan, Giampaolo tornerà sui suoi passi oppure no? L’analisi
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Piatek, allo stato attuale, non può essere dichiarato un grande attaccante poiché ha sviluppato alcune caratteristiche Inzaghiane senza, però, avere Kakà o Rui Costa alle spalle e, soprattutto, senza essere Inzaghi. Nel 2020 è richiesta la manovra anche alla prima punta dal 90% degli allenatori e Giampaolo è tra questi.
Tutto il popolo rossonero attende Theo Hernandez, con il massimo rispetto e la massima stima per Ricardo Rodriguez, serve un giocatore con più gamba su quella fascia che si alterni nella spinta con il povero Calabria, costretto agli straordinari.
A proposito di Calabria, bisogna dare merito a Borini di aver collaborato tatticamente per coprire le discese del terzino. E per essersi proposto spesso come intermediario quando il play era marcato.
L’unica nota positiva è stata la copertura difensiva delle mezzali quando il pallone in possesso dell’Udinese si trovava sulle fasce. Con la palla sul lato di Paquetà, il brasiliano era il primo a contrastare il cross facendo scalare la difesa più centralmente, passando praticamente a 5.
In conclusione, personalmente non ritengo opportuno modificare il modulo, bensì lavorare senza sosta su automatismi che in altre squadre Giampaolo ha reso unici e innovativi. Non mi stupirei, però, di rivedere il 4-3-3 già dalla prossima giornata.
La ricetta segreta sarebbe: impegno e pazienza. Due termini che negli ultimi anni hanno vissuto lontanissimo da Milanello.




