Il tecnico del Milan Marco Giampaolo sta provando a trasmettere le proprie idee ai giocatori rossoneri, ma la cosa non sembra funzionare…
Insistere sulle idee dell’allenatore o esaltare le qualità dei giocatori? La giusta domanda per analizzare il calcio e il Milan “di oggi”
Al giorno d’oggi, il calcio sembra varare verso una direzione sempre più “cattiva”, sportivamente parlando, dove tutto dev’essere ottenuto nel minor tempo possibile. Uno sport di “velocisti“, di maghi o strateghi al limite del surreale. Il tifoso medio, non solo delle grandi squadre, ma anche delle “provinciali”, oramai pretende risultati e bel gioco fin dalla prima sgroppata. La nostra cara Serie A viaggia spesso verso una situazione di evoluzione prima e involuzione poi.
Essendo uno degli ultimi campionati europei a prendere il via ad agosto, richiede tempo nel rivelarsi per quello che è, finendo poi per normalizzarsi con la solita tattica difensivista a farla da padrona. E da qui prendono il via le solite dichiarazioni degli allenatori nostrani, classiche e intramontabili: «Dateci tempo; Non ho la bacchetta magica; I ragazzi stanno lavorando ma devono ingranare concetti e schemi». Insomma, una filastrocca, talmente ripetitiva da essere stata inserita addirittura nei videogiochi di simulazione calcistica noti ai giovani e giovanissimi. Simbolo di normalità quindi.
E da qui nasce spontanea una domanda, lecita per quanto visto sino ad oggi, soprattutto nel Milan di Giampaolo; meglio insistere sul modulo scelto a inizio stagione dall’allenatore o adattare le conoscenze dello stesso, al modo di giocare degli interpreti in campo, cioè i giocatori? Mister o calciatori?
Serve qualcosa di diverso

Milan, Giampaolo dovrebbe insistere sulle proprie idee, o esaltare i giocatori? Il punto
LEGGI ANCHE Calciomercato Milan, Maignan: rinnovo o cessione. I club interessati
Per quanto mi riguarda, sono a favore della prima, poiché costruita, per così dire, a luglio. La Società decide di affidare la conduzione tecnica della prima squadra a un allenatore appositamente ricercato, in base alle caratteristiche che esso stesso propone (bel gioco e difesa alta), il quale attraverso le proprie scelte “di campo” affida l’arduo compito di tentare di attuare il piano sportivo nella maniera più coerente possibile, con gli obbiettivi prefissati senza intaccare la parte economica e finanziaria del Club.
A pezzi da anni. Per il Milan, che ha all’attivo più cambi societari che derby vinti negli ultimi cinque anni, era molto difficile sostenere una campagna acquisti senza restrizioni e al pari delle big italiane ed europee. Impossibile chiedere “miracoli” a Boban, Maldini e Massara. In più, senza l’aiuto dei fondi monetari che la UEFA “smista” a coloro che raggiungono la qualificazione diretta alla fase a gironi dell’Europa League, a cui abbiamo rinunciato per diluire meglio il tempo massimo di rifinanziamento del debito.
Morale della favola… Deve essere data fiducia all’allenatore e alla squadra, che sicuramente ha bisogno di tifo, sostegno e tempo (ahimè). Giampaolo è un ottimo allenatore, con idee, voglia e soprattutto conoscenze in grado di far sì che questi ragazzi possano finalmente fare un salto di qualità netto e definitivo. Riportando il Milan verso posizioni che competono a un Club che, ancora oggi, è fra i più titolati al mondo. Nessuno in questo mondo possiede una bacchetta magica o una sfera di cristallo. Pazienza. Serve pazienza. Dai Milan!




