Il Milan di Bergamo contro l’Atalanta è sembrato leggermente stanco forse mentalmente, ecco le riflessioni da fare dopo la sfida…
Parliamoci chiaro, non sta andando tutto male, è ancora calcio estivo ed è normale che la condizione non sia eccellente. Però, con estrema sincerità, bisogna anche ammettere che non sta andando nemmeno tutto bene.
Il Milan di Bergamo è sembrato un po’ stanco, e ci può stare. Ma, a tratti, anche senza un’idea di gioco.
Le occasioni sappiamo crearle, perché la qualità tecnica e tattica c’è, ma spesso pecchiamo di lucidità sotto porta. È però inaccettabile giocare l’ultima mezz’ora a palla lunga, soprattutto dopo che giocando palla a terra hai costruito uno scudetto.
“Palla a sinistra per Leao e vai in porta” non può funzionare sempre, in particolar modo quando il portoghese inciampa nella “partita no” (Bravo Pioli a toglierlo dal campo). L’unico membro della rosa che sa quasi sempre cosa fare prima dopo e con il pallone è Bennacer, che poi magari la verticalizazzione la sbaglia anche eh…però l’idea è sempre quella giusta. Il gol è servito solo a sancire il migliore in campo del Gewiss Stadium.
L’Atalanta non ci ha impensierito più di tanto, ma quando ha velocizzato l’azione siamo sempre andati in difficoltà. Tomori non sembra al 100%,Tonali rientrava da un infortunio e giocare subito contro una squadra dinamica come quella di Gasperini forse non è stato il massimo.
Non capire che in mezzo al campo ad oggi c’è un problema numerico sarebbe come avere il salame agli occhi. Mentre l’anno scorso a venti minuti dalla fine Pioli poteva permettersi un cambio importante a centrocampo perché i titolari erano sostanzialmente tre, quest’anno al momento quel cambio non esiste…. e alla lunga può risultare un problema non grave ma gravissimo.
Certo, si potrebbe anche lavorare su Pobega e Bakayoko per metterli quantomeno in condizione da giocare un buon numero di partite, a mali estremi estremi rimedi.
Ecco cosa emerge dalla trasferta bergamasca

Atalanta-Milan: le riflessioni da fare dopo la trasferta di Bergamo
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È vero, a destra la situazione non è rose e fiori, perché Messias sta facendo fatica, ma la domanda è: Saelemakers a livello qualitativo è superiore?, Adli lo avete visto nelle amichevoli… le stesse amichevoli dove anche Messias ha fatto il fenomeno, come fate a dire che è superiore al brasiliano?
Se il francese ha fatto 0 minuti in due partite, a malincuore vuol dire che non è ancora pronto.
Brahim Diaz, in queste tipologie di partite, si rivela essere un giocatore senza senso. Dovrebbe essere il fulcro del gioco offensivo e il valore aggiunto, la pratica dice che a volte giocare con lui è come scendere in campo in dieci uomini. Non riesce mai ad uscire palla al piede dal “traffico” se non col primo tocco. Perde tutti i rimpalli e non calcia mai in porta da fuori area. Ad oggi non va etichettato come sufficiente o insufficiente e nemmeno come non pervenuto perché ci prova e lotta, è semplicemente inutile alla causa.
De Keteleare è entrato bene ieri e molto bene con l’Udinese, probabilmente sarà il titolare fisso sulla trequarti.
Origi la sufficienza la prende e Rebic di colpe ne ha poche.
Manca probabilmente un rigore alla dea in chiusura di partita e un rosso nettissimo su Hateboer. Non si può più andare avanti così, gli arbitri dovrebbero essere protagonisti e si trasformano a causa loro in antagonisti.
Le parole di Tonali nel post partita sono forti, ma anche corrette. Scalare la montagna è difficilissimo, ma mantenere la vetta è ancora più difficile.




