Maignan ha parlato ai microfoni di Sportweek, svelando molti aneddoti sulla sua infanzia, carriera e sulla stagione che sta per iniziare…
Il portiere del Milan, Mike Maignan, si è raccontato a cuore aperto ai microfoni di Sportweek, settimanale della Gazzetta dello sport. Sono tanti i temi toccati durante l’intervista: Moda, vacanza, infanzia, carriera e la nuova stagione.
Sulla nuova stagione..
Sulla stagione 23/24 che sta per iniziare, Magic Mike ha parlato così: «Mai preoccupato. Ci saranno nuove sfide, nuove prove, ed è proprio questo che amo»
La partita in cui si è sentito magico: «Ogni volta che entro in campo, è magico. Tutto lo stadio, tutto il popolo rossonero alle spalle, la magia si crea naturalmente. E poi, il contesto di alcune partite rende la cosa ancora più speciale. Penso a due partite in particolare. La scorsa stagione, quella giocata in casa contro la Fiorentina. Eravamo vicini allo scudetto, ma non l’avevamo ancora in pugno e quella gara si preannunciava difficile. I tifosi hanno scortato l’autobus, l’entusiasmo era incredibile, ho sentito tutto lo stadio spingere dietro di me, ci ha dato le ali, ci sentivamo invincibili. L’altra partita è stata l’andata contro il Napoli in questa stagione di Champions League. Si poteva sentire che il Milan è la Champions League e che San Siro vive per quei momenti»
«Fin da piccolo pensavo, anche con le spalle al muro o di fronte a difficoltà: “Non sono morto, non sono morto!”. Così, grazie a Dio, diventavo sempre più maturo».
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Sulla sua carriera..
Maignan, ai microfoni di Sportweek, ha svelato un aneddoto sulla sua carriera: «Ho iniziato a giocare a calcio all’età di 6-7 anni. Ero attaccante o numero 10, non volevo andare in porta… Sono finito lì per caso. Così, da ragazzino mi alternavo tra il ruolo di portiere e quello di giocatore di campo. All’età di 12-13 anni mi fu offerta l’opportunità di sostenere dei test a Clairefontaine, l’accademia nazionale del calcio francese. L’allenatore che mi accompagnò al provino mi lanciò una sfida: “Se arrivi all’ultimo turno di selezione, resterai portiere”. Sfortunatamente o fortunatamente, è quello che è successo! All’epoca mi seguiva il Psg, e questo mi convinse a restare in porta. Ma ho mantenuto quel desiderio di giocare più avanti, di partecipare al gioco. Ma ho mantenuto quel desiderio di giocare più avanti, di partecipare al gioco. Se non fossi stato un portiere, sarei stato un attaccante, numero 9»
L’infanzia di Maignan
Sulla sua infanzia: «Ho avuto un’infanzia fantastica perché anche se non avevamo molto, mia madre ha fatto tutto il possibile affinché non ci mancasse nulla. Ci ha educati bene. Inoltre, c’era anche la “strada”, che è stata parte integrante della mia giovinezza. Mi sono confrontato con molte esperienze e prove, che mi hanno plasmato e mi aiutano ancora oggi».
Modello? «Da bambino guardavo Edwin van Der Sar. Ma presto mi sono convinto che dovevo essere io il mio modello. Per i miei colleghi provo molto rispetto. In particolare per Manuel Neuer e per il contributo che ha apportato al nostro ruolo di portiere».
Magic Mike usa tre aggettivi per descriversi: «Meticoloso, protettivo e autoironico»
Gestore della difesa: «Per me è importante andare oltre la mia funzione, il mio ruolo non si limita alla mia area di rigore, parlo molto con i miei compagni di squadra per prevedere le mosse dell’avversario. Ho sempre avuto questa mentalità perché parto dal presupposto che sia benefica per la squadra. Se faccio una buona partita, ma la squadra perde, non sarò mai soddisfatto».
C’è qualcosa di lui che Pioli ha recepito e messo in pratica? «È una questione tra me e lui» (sorride).
San Siro dalla porta: «È come entrare in un’arena di gladiatori. Siamo galvanizzati dagli spettatori e pronti a combattere».
Sulla vita milanese: «Non vivo molto la vita notturna della città, ma mi piace Milano e le good vibes della mia casa milanese».
Le vacanze
In seguito, Maignan ha continuato l’intervista su Sportweek, parlando delle sue mete di vacanze preferite: «Parte delle vacanze in famiglia, spesso in località intorno al Mediterraneo. Un’altra parte, da diversi anni, le passo a Los Angeles, dove mi preparo fisicamente per la stagione seguente. Vacanza ideale? Finché sono con la mia famiglia e c’è sole, mare e tranquillità, va bene per me. Poter passare più tempo con i bambini è importante, ma sono già un padre a tempo pieno tutto l’anno!»
Milan, Maignan: «Ero un attaccante, sono finito in porta per caso»
La moda
Magic Mike, ha collaborato con il marchio Missoni, lanciando la collezione Mike x Missoni e su Sportweek ha colto l’occasione per svelarci il suo stile preferito: «Il mio stile è versatile, non mi piace essere confinato in una categoria. Mi sento a mio agio sia con abbigliamento casual e streetstyle, che con un suit per partecipare a un evento. Non direi che la moda è la mia più grande passione, ma è qualcosa che mi affascina e a cui do importanza. La collaborazione con Missoni? Sono stato contattato dal marchio all’inizio dello scorso anno. Ci sono state diverse cose che ho apprezzato nel loro approccio. Innanzitutto, mi hanno portato negli stabilimenti di Sumirago, in provincia di Varese, dove ho potuto vedere la tessitura e la confezione e parlare con le sarte. Ho un grande rispetto per il loro lavoro, la loro maestria. La seconda cosa che ho apprezzato è stato l’incontro con Livio Proli, Ceo di Missoni, e con tutto il team con cui condividiamo la stessa passione per lo sport. Mi hanno spiegato che mi hanno scelto per il mio modo di essere e i miei valori e che non avrebbero in nessun modo cercato di modificare o pilotare il mio approccio alla collaborazione. Ed è per questo motivo che trovo questa collezione molto riuscita. Ho potuto prendere la matita, disegnare e suggerire idee e spunti. Abbiamo scambiato opinioni e dopo diversi mesi di lavoro siamo molto soddisfatti del risultato».
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