«Qui c’è una grande atmosfera, la squadra è fantastica e con l’allenatore va benissimo. Ho firmato da poco per il Milan ma sono molto felice, sono davvero fiducioso per il futuro». Noah Okafor è protagonista questa mattina sulle colonne della Gazzetta dello Sport. L’attaccante in arrivo dal Salisburgo, nato da padre nigeriano e madre svizzera, si presenta e racconta il dietro le quinte della trattativa che l’ha portato a indossare la maglia rossonera.
«In Nigeria sono stato soltanto due volte ma ero più giovane – ha spiegato -, è passato tanto tempo. Mio papà è arrivato in Germania a 17 anni, poi è andato in Svizzera. Da lui ho imparato, mi ha sempre detto di essere felice, di sorridere, di trasmettere energia positiva e lottare forte per i miei obiettivi. Il Milan è rimasto in contatto con me per 6-9 mesi, contatti che nelle ultime due settimane sono diventati più intensi. Hanno visto che stavo bene, poi tutto è stato fatto in tre-quattro giorni e… eccomi qui. Avevo altre offerte – ha aggiunto Okafor – ma per me è stato sempre tutto chiaro. I tifosi, lo stadio di San Siro, tutto: il Milan è un nuovo passo per la mia crescita».
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Milan, Noah Okafor si apre a Gazzetta. Le parole
Pochi giorni alla corte di Stefano Pioli ma idee già molto chiare: «Un calciatore che non vuole vincere… non è un calciatore. Abbiamo una squadra forte e io spero di vincere la Serie A subito. Per farlo serve sempre energia, a volte si perdono delle partite ma dalle sconfitte si impara. E poi io odio perdere. Perché il numero 17? Il 7 è il mio numero preferito, infatti a Salisburgo avevo il 77. Qui il 7 era preso da Adli, allora ho scelto il 17, che è il vecchio numero di Rafa. Mi piace».
Il grande dilemma è: giocherà da esterno a da punta centrale? Noah apre a ogni soluzione purché collimi con il bene del Milan: «Posso giocare a sinistra, a destra e da attaccante al centro. Sono flessibile. Devo adattarmi a un nuovo Paese, con una nuova tattica e nuove squadre ma ci sono già passato con il Salisburgo. Cerco di essere aperto con i compagni e lo staff, sono davvero felice di essere qui».




