Giorgio Furlani, indiscusso protagonista del calciomercato estivo 2023, CEO del Milan dallo scorso novembre, è tornato a parlare dei principali temi di attualità del mondo rossonero. Qui di seguito le sue dichiarazioni rilasciate a Sportico.com, ospite di Eric Jackson a “Business beyond the game”.
Sulla passione per il Milan e il suo nuovo ruolo: «Volevo essere il centravanti del Milan, ma non ero abbastanza bravo e così ho intrapreso un’altra carriera. Sono estremamente fortunato e privilegiato, ma ho una grande responsabilità verso quei tifosi come me. Anch’io sono milanese e milanista. Fino a 6 anni fa non avevo niente a che fare col calcio, ora sono CEO del Milan e sono felice. Voglio fare un buon lavoro».
Sugli insegnamenti ottenuti in ambito lavorativo: «Ho imparato che il lavoro duro conta più dell’intelligenza e del talento. Che lavorare duro per essere preparati è importante. Che non esiste l’io in una squadra. Che serve una strategia e una visione a lungo termine anche se portano a scelte dolorose nel breve periodo. Che le persone vanno incentivate e che serve quello giusto per far rendere al meglio le persone».
Sul nuovo corso rossonero targato RedBird: «È l’epicentro della convergenza tra sport, media, intrattenimento e cultura. Noi facciamo parte dei loro asset e stiamo iniziando a lavorare con alcune di queste aziende. Loro ci facilitano la relazione lavorativa e produrremo alcune cose molto belle molto presto». Furlani
Sulla partnership con gli Yankees: «Sono soci del club e sono stati straordinari. Abbiamo integrato le nostre attività di merchandising e alcuni nostri prodotti sono venduti allo Yankee Stadium e viceversa. Non abbiamo limiti su quello che possiamo fare insieme, è un bel matrimonio».
Sull’acquisto del trequartista americano Christian Pulisic: «Lo abbiamo preso perché è un calciatore straordinario, avevamo bisogno di un giocatore come lui e sappiamo che potrà fare la differenza. L’acquisto è stato notato certamente, dal punto di vista dell’e-commerce c’è stata una esplosione e il 90% delle magliette del Milan vendute in America è la numero 11. Certo è un beneficio extra, ma non abbiamo preso Pulisic per avere più ricavi in quel mercato, ma perché è molto forte. Quella è la prima ragione del suo arrivo a Milano».




