L’emergenza in casa Milan è diventata seria, quali soluzioni per uscirne? Va detto che finalmente in fondo al tunnel iniziano a intravedersi spiragli di luce… Mauro Tassotti, ex terzino rossonero ed ex vice allenatore di Carlo Ancelotti e Andriy Shevchenko dice la sua sulla crisi che ha colpito la squadra di Pioli a novembre. Primo punto, il problema infortuni: «Se si risolvono allenandosi di più? Di più è difficile, tra una partita e l’altra non c’è tempo. Un allenatore deve avere la forza di far riposare chi è stanco ma non è facile, vi assicuro. Poteva capitare che MilanLab ci segnalasse il rischio infortuni di Kakà, Maldini, Nesta o un altro campione ma… se quella domenica c’è il derby, oppure Milan-Juve, che fai?».
Tassotti ha parlato in esclusiva questa mattina sulle colonne della Gazzetta dello Sport. Altro tema: Leao. Cosa manca al portoghese per fare il definitivo salto di qualità in Europa? «Ho l’impressione che si giudichi troppo Leao per quel suo atteggiamento un po’ molle, scanzonato, che invece è il suo modo di porsi – commenta il Tasso -. Non significa che non si impegni. Ora non gioca per il gol ma per il bello, però capirà presto che può fare un gol a partita. La maturità arriverà, ne sono convinto». E su Pioli: «Pioli merita di restare. Non gli si può chiedere molto più di quanto ha fatto, ha valorizzato molti calciatori e vinto uno scudetto, quando nessuno gli chiedeva di vincerlo».
A gennaio il Milan inserirà in rosa un paio di rinforzi (qualificazione agli Ottavi di Champions e budget permettendo). Dall’emergenza in Via Aldo Rossi se ne uscirà anche così. Tassotti sull’argomento non ha dubbi: «Penso che un difensore centrale sia indispensabile, ne è rimasto soltanto uno… Poi bisogna prendere una decisione su Jovic, perché non si può chiedere sempre a Giroud di giocare tre partite di alto livello in una settimana». Un consiglio per gli acquisti? Tassotti fa il nome del centrocampista Heorhij Sudakov, classe 2002 dello Shakhtar Donetsk: «L’ho avuto nella nazionale ucraina. Leggo che si parla di lui e per me è interessante. Certo, so che è difficile portarlo qui dall’Ucraina».




