Nella serata di Cagliari-Milan brilla una nuova stella. È quella di Yacine Adli, per un anno a Milanello oggetto misterioso ma per tutti pronto a splendere, a irradiare di luce il firmamento rossonero. Ci ha creduto sin dall’inizio Stefano Pioli ma solo a parole: «Yacine sa fare tutto – aveva detto il tecnico a inizio settembre -, sa andare in profondità, sa giocare tra le linee, sa mandare in porta i compagni». Nel concreto però solo 140 minuti in campo, distribuiti nei primi dodici mesi in maglia rossonera.
Sembrava iniziasse per il francese una nuova stagione di sofferenza, spettatore non pagante in panchina, e invece ieri a Cagliari è arrivata una maglia da titolare, la seconda dopo quella consegnatagli dal tecnico a Verona un anno fa. Certo, a spingerlo in campo il ko di Rade Krunic, ma poco importa. Che sia stato il destino a crederci più di Pioli non cambia la sostanza. I numeri collezionati nel bottino dall’ex Bordeaux dicono che Yacine Adli, ieri sera alla Unipol Domus, è sembrato una bellissima copia dell’ex campione francese Zinedine Zidane.
Adli come Zidane, a Cagliari numeri da campione
Cagliari-Milan, Yacine Adli ha fatto davvero paura
Il paragone non è affatto campato per aria. Paulo Sousa, che lo ha allenato proprio ai tempi del Bordeaux, in Ligue1, interpellato a margine di Empoli-Salernitana in serata ha detto che Adli «per creatività e qualità tecniche» è molto simile all’ex stella della Juve. «Un ragazzo splendido, un lavoratore, tecnicamente straordinario, un creativo. Ha sicuramente bisogno di continuità e di migliorare in qualche aspetto» ha aggiunto l’allenatore granata. I numeri finiti in archivio a Cagliari danno un senso alla riflessione: 55 minuti in campo, 81 tocchi totali, 97% passaggi riusciti (69 su 71), un passaggio chiave in occasione del 2-1 del Milan confezionato da Reijnders e Tomori, autore del gol sotto porta, 8 palle lunghe riuscite su 9 tentate, 3 contrasti vinti su 4 e 7 palle perse. Yacine Adli ieri si è preso tutta la scena, oltre che una bella dose di applausi ed elogi dai suoi tifosi.
A macchiare la serata in Sardegna il pallone regalato al 29′ a Luvumbo: l’angolano, il migliore in campo della squadra di Ranieri, ruba palla al francese, scambia con Nandez e scarica un violento sinistro sotto il sette. Una macchia che Adli si è fatto ampiamente perdonare non solo con l’esecuzione del corner del 2-1, anche con un prodigioso intervento nella ripresa sullo stesso Luvumbo: sponda di Petagna, botta sicura indirizzata in porta, il 7 di Pioli si è immolato, ha spedito il pallone in calcio angolo e ha esultato come se avesse segnato un gol. L’ultimo squillo, prima del cambio con Pobega, di una serata da indiscusso protagonista.