Il bilancio del Milan, dopo 17 anni, è in utile: la stabilità nel calciomercato permette di pianificare il futuro, le non cessioni invece…
Giugno è alle spalle. È ora di guardare avanti, “sognare altri traguardi, inventare nuove sfide, cercare altre vittorie”. Il bilancio del Milan , dopo 17 anni, è in utile: la “stabilità” permette alla società di pianificare, senza troppi proclami, ma lavorando sotto traccia. Preoccupano la situazione a centrocampo e le (non) cessioni in attacco.
La buona notizia è che oggi è il 1° luglio. Giugno è alle spalle. È ora di guardare avanti, “sognare altri traguardi, inventare nuove sfide, cercare altre vittorie”. C’è da augurarsi che lo slogan berlusconiano rimanga nella mente e nel cuore dei giocatori che indosseranno la maglia rossonera e, nei limiti del possibile, anche di coloro che stanno ai piani alti o dall’altra parte dell’oceano.
Nei limiti del possibile, perché siamo consapevoli del cambio di passo e che indietro non si torna. Ci sono altre logiche gestionali, ribadite recentemente anche da Umberto Gandini, storico ex ministro degli esteri rossonero, su tutte: stabilità e solidità economico-finanziaria. Che non sono affatto da sottovalutare. Ed è per certi versi lodevole l’assunzione di responsabilità da parte di Gerry Cardinale, che può vantare il suo primo bilancio rossonero in utile e, siamo certi, saprà garantire una gestione redditizia mantenendo alta la competitività della squadra, che chiaramente dovrà stabilmente disputare la Champions.
Milan, la stabilità è sacra
Alternative non ci sono. Quindi, rivolgendomi sommessamente ai tifosi, ritengo del tutto controproducenti manifestazioni di rabbia nei confronti dell’attuale proprietà, che sta esattamente dalla parte del nostro Milan. Certo, non più in termini di “sacralità”, ma soprattutto i tifosi più giovani probabilmente non colgono ancora l’importanza della “stabilità”. Solo quest’ultima, infatti, permette di pianificare e guardare avanti. Magari senza troppi proclami o nomi roboanti, ma lavorando sotto traccia. Anche questo è un cambio di prospettiva, che dovremo al più presto interiorizzare.
Milan, per RedBird numeri importanti
Come dovremmo cominciare ad interiorizzare alcuni numeri, tutt’altro che marginali. A partire dal fatturato: 350 milioni di euro, in sensibile aumento rispetto ai 269 del 2022. Questo è merito esclusivamente di RedBird, che ha siglato nuovi accordi commerciali e incrementato gli apporti degli sponsor di maglia da 42 a 70 milioni di euro. Ai quali dobbiamo aggiungere, e qui il merito è in gran parte dei tifosi, i 90 milioni di euro, tra biglietti di Champions League, Serie A ed altri introiti di matchday.
Milan, bilancio in utile dopo 17 anni
La proprietà, dunque, è solida. Il bilancio, dopo 17 anni, è in utile. Ora resta un passaggio da chiarire. A differenza di una normale azienda, che con un bilancio in utile può dire di aver realizzato tutti gli obiettivi, per una società calcistica, soprattutto nel breve periodo, le cose risultano ben diverse: gli ottimi risultati economici infatti non assicurano altrettanti ottimi risultati sportivi.
RedBird ha deciso di gestire il Milan come un normale asset di investimento, vincolandolo ad una sana politica di austerity. Per questo motivo non verranno mai stanziati i 134, 31 milioni di euro di introiti derivanti dalla Champions. E se solo recentemente Furlani è riuscito a concordare uno sforamento dei 35 milioni di budget previsti da Cardinale per il mercato, sarà grazie alla cessione di Tonali.
Milan, cessione Tonali operazione “win win”
Capitolo cessione Tonali. Chiariamo subito: non è “colpa” di nessuno. Funziona così. Arriva una prima proposta da circa 60 milioni di euro, si vacilla ma si declina. Ne arriva una da 80, si accetta. Inevitabile. Nessuna volontà da parte della società di vendere il calciatore, ma 80 milioni sono “irrinunciabili”, come ha sentenziato anche Arrigo Sacchi. Senza considerare che Tonali prenderà il triplo rispetto a quanto percepiva al Milan: 48 milioni in 6 anni. Insomma la classica operazione “win win”, in grado di soddisfare pienamente tutte le parti.
Avanti senza proclami
Calciomercato Milan, la stabilità è sacra. Preoccupano le (non) cessioni…
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Milan, una cessione importante a sessione
Ma allora a fronte di 100 milioni potrebbero partire anche Maignan, Leao e compagnia? Certo, non in questa sessione. Il Milan ha ben chiara la sua politica: una cessione importante a sessione. Quindi non verrà smantellata la squadra.
Milan, situazione drammatica a centrocampo
A risultare smantellato è il centrocampo. Ad oggi il Milan è senza centrocampo: complici le partenze di Brahim Diaz e Tonali, alle quali si devono aggiungere le preoccupanti immagini di Bennacer in carrozzina, accompagnate da fondate indiscrezioni che lo vedrebbero saltare per ¾ la prossima stagione. Se è vero, dunque, che il Milan negli ultimi anni ha sempre venduto l’uomo di punta del centrocampo, prima Calhanoglu, poi Kessié, è anche vero che quest’anno la situazione è decisamente drammatica perché in poco tempo si è polverizzato l’intero centrocampo titolare.
Milan, a centrocampo altri due innesti di livello
Potremmo dunque rimproverare alla società il fatto di aver ceduto ben due titolari a centrocampo, sapendo che Bennacer risulterà indisponibile almeno fino a gennaio. L’arrivo di Loftus-Cheek garantisce ossigeno e muscoli per il centrocampo di Pioli, che però ora dovrà pretendere per forza altri due rinforzi di assoluto livello. Certezze, non scommesse. Perché non parliamo di rincalzi, ma di giocatori da schierare nel centrocampo titolare. E ad oggi, Musah e Reijnder risultano delle scommesse.
Milan, preoccupano le non cessioni di Origi e Rebic
Ancora più delicato il capitolo attacco, che dovrà per forza di cose passare dalle cessioni di Origi e Rebic. Per concludere, la mancata cessione di almeno uno dei due sarà ben più grave della cessione di Tonali.
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