Tutti conoscono la FIFA, la federazione internazionale che si occupa del regolamento del calcio. Fondata nel 1904 a Parigi, si propone di promuovere la pratica di questo sport a livello mondiale nel rispetto dell’etica e del fair play e di organizzare tutte le manifestazioni intercontinentali di calcio. Non tutti sanno però che a stabilire e modificare le regole del calcio è l’IFAB (The International Football Association Board), un’associazione completamente indipendente dalla FIFA nata a Londra nel 1886.
In questi giorni l’IFAB ha approvato i test per il cartellino arancione. Dall’anno prossimo in Premier League gli arbitri avranno a disposizione un terzo cartellino: oltre al giallo che ammonisce ma permette di rimanere in partita e il rosso che espelle dal campo, ci sarà l’arancione, un colore di mezzo, risultato della fusione di entrambi. Non è un colore deciso come non sarà decisiva la relativa punizione.
Regolamento calcio, cos’è il cartellino arancione? L’approvazione è prevista nel 2024
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Il giocatore che commette il fallo ritenuto dall’arbitro non così grave da meritare l’espulsione, ma nemmeno così innocuo da restare in campo, verrà mandato sulla cosiddetta “sin bin”, la panchina della penalità. Qui, come uno scolaretto negligente, potrà riflettere su ciò che ha fatto e tornare in campo dopo dieci minuti consapevole di non dover più commettere un altro errore simile e riportando la parità numerica tra le squadre.
Ovviamente in molti si stanno chiedendo il senso di tutto ciò. Perché introdurre una novità che complica ancora di più la già difficile vita degli arbitri? Sport come la pallanuoto, l’hockey e il rugby utilizzano già l’espulsione temporanea, questo metodo funzionerà anche nel mondo del calcio? Il fischio d’inizio del prossimo campionato inglese ne darà probabilmente la risposta.




