Caso ultras, secondo un’analisi del Corriere della Sera, spesso gli stadi vengono utilizzati come mercati della droga! L’accusa
Le organizzazioni mafiose sono parte del calcio italiano (non solo) e sono da sempre interlocutrici dei club. E’ questo ciò che scrive il Roberto Saviano sulle pagine del Corriere della Sera a riguardo dell’indagine che ha colpito le curve di Inter e Milan. E che ha messo in luce rapporti tra gli ultras e la criminalità organizzata. Secondo Saviano, ad oggi, le mafie vogliono gestire in maniera diretta gli affari delle squadre.
E tra questi, c’è ovviamente anche lo spaccio di droga. A detta dello scrittore e giornalista, poi, i club sanno benissimo che gli ultras delle curve meneghine sono legati all’ndrangheta e che il narcotraffico è una presenza fissa all’interno dello stadio. Parcheggi, merchandising e bagarinaggio sono solo alcuni dei business degli ultras, ma un ruolo fondamentale lo ha lo spaccio.
Caso ultras, Corriere della Sera: la criminalità organizzata infiltrata nel business della droga allo stadio
Caso ultra, Corriere della Sera: stadi utilizzati come mercati della droga! L’accusa
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Tutti i soldi che vengono guadagnati da questo business di sostanze stupefacenti, viene investito e qui su può parlare di riciclaggio. Secondo quanto scritto sulle pagine del CorSera, infatti, ogni stadio è un grande mercato della droga e la maggior parte degli scontri tra tifoserie avviene anche per questioni legate al narcotraffico.