L’esterno spagnolo, tra le note positive della seconda parte di stagione rossonera, è stato intervistato da AS: «Il cambiamento nasce sempre quando ti metti in gioco».
Si è finalmente scrollato di dosso l’etichetta del giocatore misterioso. Arrivato al Milan con un bel carico di riconoscimenti, ha faticato a imporsi vivendo all’ombra di Suso fino all’addio del compagno di reparto, passato in inverno al Siviglia. Oggi Samu Castillejo, che con Suso condivide anche la nazionalità, è parte integrante del nuovo Milan di Stefano Pioli lanciato verso la rinascita europea: «Chi mi conosce – ha dichiarato il giocatore al quotidiano AS – sa quanto sia duro, oltre l’aspetto che posso dare per i miei capelli o i miei tatuaggi. Ma sono un ragazzo molto umile. Il primo anno è stato di adattamento, è difficile mostrare qualcosa se si gioca 15 minuti e una partita ogni due o tre settimane. Il cambiamento nasce sempre quando ti metti in gioco. Se c’è fiducia e ti fanno sentire importante, entri in un buon clima con te stesso. Voci su un mio addio? Ho sempre voluto avere successo qui, voglio rimanere in questo club per molto tempo. La verità è che il 2020 è iniziato bene: ho giocato ogni partita e a un buon livello. Spero che continui così».
Castillejo futuro Milan: il ritratto di Ibra
In settimana dall’America sono giunte voci su passati presunti contrasti tra Zlatan Ibrahimovic e i suoi compagni di spogliatoio ai Los Angeles Galaxy. Castillejo, che da gennaio condivide con Ibra la quotidianità di Milanello, presenta un ritratto di Zlatan in realtà tutt’altro che arrogante e autoritario: «È un ragazzo che va d’accordo con tutti i suoi compagni, fuori dal campo è molto simpatico. Durante le partite sa dare consigli, si può dire che sia venuto per aiutarci: condividere lo spogliatoio e il campo con lui ti fa imparare molto».
Castillejo futuro Milan: il coronavirus
A proposito dell’emergenza mondiale causata dalla pandemia di Covid-19, Samu Castillejo ha parlato del brutto periodo che a Milano hanno vissuto Paolo e Daniel Maldini: «Ne ho parlato con Daniel. Paolo è stato peggio, ma hanno gestito bene la malattia e per fortuna sono già guariti. Quando il virus ti si avvicina in questo modo, hai davvero paura. Quando ripartire? Il calcio è la mia passione, è quello che mi piace fare: mi manca e voglio iniziare. Spero che la situazione migliori, che è la cosa più importante in questo momento e che ci siano le condizioni per giocare di nuovo».