Oggi Giorgio Furlani, amministratore delegato del Milan, è stato ospite del DLA Piper Sport Forum presso lo stadio di San Siro a Milano.
Furlani ha iniziato la sua intervista proprio dal passaggio da Elliot a RedBird: «Se il Milan prima era sostenibile? C’è stato, quando ero con Elliott, un finanziamento di controllo e poi Elliott è diventato proprietario per caso, per sbaglio, per fallimento dell’azionista. La società Milan non era sostenibile come lo è oggi e sì, era vicina al fallimento. Come Elliott abbiamo dovuto fare un grande turn around, che si è basato su quattro colonne fondamentali: per primo il successo sportivo, perché non c’è progetto nel calcio e nel Milan che non abbia alla base il successo sportivo; per secondo l’aggiustamento dei costi, soprattutto quelli relativi ai calciatori che erano troppo alti per le performance; per terzo gli investimenti nell’area commerciale per avere ricavi commerciali da reinvestire e per quarto il nuovo stadio».
In relazione allo stadio e all’ipotesi San Donato, Furlani ha archiviato l’ipotesi San Siro: «Stadio? Abbiamo provato a fare il progetto San Siro, ora ci siamo buttati su San Donato. Quali sono i prossimi passi? Abbiamo fatto il primo utile con l’ultimo bilancio dopo 17 anni e ciò si inserisce in un contesto di risanamento partito da Elliott e di una fase di crescita con RedBird. Siamo competitivi e attenti sui costi. I risultati sportivi portano ricavi, ma salta tutto se venisse tolto il Decreto Crescita; senza il decreto sarebbe la distruzione del calcio italiano». Furlani infine ha dribblato il tema mercato: «Se i big in estate rimarranno? Non lo so, vediamo».