Venerdì sera a Torino torna la grande classica del calcio italiano, terra di straordinarie emozioni ma anche di eccessive discussioni. Dal gol non convalidato a Sulley Muntari nel 2012 è stato un costante crescendo di torti arbitrali uno in fila all’altro, tra cartellini gialli, rigori e linee immaginarie disegnate sul campo, a conti fatti sempre e solo ai danni del Milan.
Quando i riflettori si accendono su Juventus Milan l’attenzione è massima in ogni parte del pianeta. È il grande match più atteso in tutto lo Stivale, secondo solo a Inter-Juve – il derby d’Italia -, una sfida dal sapore dolce e amaro e che regala ogni anno emozioni intense. Spesso arrivano in campionato, di rado in Coppa Italia, ancora più raramente oltre i confini. La storia ha donato al lungo elenco dei precedenti tra rossoneri e bianconeri anche una finale di Champions League, nel 2003 a Manchester, un sogno per il Diavolo, un incubo che ogni maggio torna a bussare invece alle porte della Vecchia Signora. Gioie e delusioni e anche molti episodi discutibili; un po’ di sale e una dose di pepe (quanto basta) a dare un gusto in più a una ricetta che in 120 anni è diventata tradizione, solo per palati “finissimi”.
Milan-Juventus Muntari: la goccia da cui partì tutto
Episodi, appunto, a volte esagerati, chiazze indelebili che nemmeno il tempo riesce a smacchiare. Come quella nerissima di Muntari nel 2012, il gol-non gol di Sulley sotto la Nord eccessivamente evidente agli occhi dei 70 mila presenti sugli spalti di San Siro. Non al direttore di gara però, Paolo Tagliavento e al suo staff. L’ex fischietto di recente è tornato sull’episodio ammettendo la svista clamorosa: l’ha definita «l’errore più grave della mia carriera». Quell’episodio, corretto oggi con la VAR, avrebbe forse cambiato le sorti di tutto il campionato. O forse no. Nessuno può saperlo, ma intanto se ne continua a discutere tutti gli anni. Ogni 25 febbraio.
Juventus Milan fuorigioco: la geometria non è un’opinione
Due rette parallele miracolosamente incrociate e che fecero tuonare il geometra Galliani (esperto della materia) invasero i salotti di mezza Italia nel 2015, dopo un Juventus Milan finito malissimo per i rossoneri: 3-1 con gol di Carlitos Tevez, Leonardo Bonucci e Alvaro Morata (Luca Antonelli per il momentaneo 1-1). Riferito all’azione che al J-Stadium portò al vantaggio i padroni di casa, il Milan contestò un replay televisivo che presentava come regolare la posizione di partenza dell’ex Boca Junior. Fuorigioco evidentissimo al Club rossonero e soprattutto all’allora Amministratore Delegato di Via Aldo Rossi: per Galliani c’era qualcosa di strano nelle linee virtuali proposte sul terreno di gioco in un fermo-immagine, e che mostrarono Tevez allineato all’ultimo difensore del Milan Cristian Zaccardo. Ci mise del suo il social media manager rossonero con una domanda che lasciò di stucco molti addetti ai lavori: “Secondo voi nel fermo immagine tv prodotto dalla Juventus, le due linee sono parallele? Per noi no…”. Non lo erano proprio per niente.
Massa non è il massimo
Due anni dopo, nel 2017, è ancora il Milan a uscire dal campo su tutte le furie. Il verdetto di Torino fa malissimo perché arriva al 96′ e decreta la vittoria bianconera per 2-1. Al centro delle polemiche un calcio di rigore fischiato dall’arbitro Davide Massa (su consiglio dell’addizionale Doveri) per un tocco di gomito provocato da Mattia De Sciglio, all’epoca in maglia rossonera. Errore palese. Intanto perché la distanza tra Mattia e Lichtsteiner, autore del cross, era contenuta (per la precisione 187 centimetri), e poi perché la sfera andò direttamente a sbattere sul braccio del terzino milanista, e non il contrario. Incassato il gol e calato il sipario sul match, Gigio Donnarumma si fece scappare un «sempre loro, succede sempre con loro!» che sintetizzava alla perfezione il pensiero comune di tutto l’ambiente, Club e tifosi. Per la cronaca, Massa (da addizionale) all’andata fece annullare un gol valido alla Juventus. Per la serie “ogni tanto ci rimette anche a Madama“. Ogni tanto.
Due rigori negati: la prima (e ultima) di Fabbri
Torino, 6 aprile 2019. Michael Fabbri, un predestinato nel mondo dei fischietti italiani e da pochi mesi nominato arbitro internazionale, viene “testato” nel suo primo Juventus Milan di Serie A. Il risultato è un disastro totale. Il direttore di gara non vede e quindi non assegna un chiaro ed evidente rigore al Milan per mani di Alex Sandro, nemmeno dopo averlo rivisto a ripetizione in HD nel monitor a bordo campo. Da quell’episodio Fabbri va in tilt e ne esce una prova per lui da dimenticare. Verrà sospeso per tre settimane, da lì in poi arbitrerà solo un altro big-match, Lazio-Juventus nel mese di dicembre. Quella sera, nel computo finale di Juve-Milan mancarono poi i “secondi gialli” a Musacchio da una parte e Mandzukic dall’altra, che peraltro andò vicinissimo a provocare un secondo penalty per i rossoneri. Finì con la vittoria della Juve per 2-1 (Dybala e Kean), che ribaltò il risultato dopo aver incassato lo svantaggio firmato a fine primo tempo da Krzysztof Piatek.
Milan Juventus Coppa Italia: un regalo a CR7
In questa stagione altri episodi e accesi attriti hanno caratterizzato la supersfida tra Milan e Juventus, quella di San Siro in Coppa Italia, la semifinale di andata dello scorso 13 febbraio terminata 1-1 con gol di Ante Rebic e rigore trasformato da Cristiano Ronaldo. Al Milan non andò giù intanto la gestione dei cartellini a opera dell’arbitro, Paolo Valeri. Sette gialli per il Milan (di cui un rosso per somma di ammonizioni a Hernandez), un solo ammonito – Ramsey – in casa Juve. I rossoneri affidarono tutta la loro rabbia al capitano Alessio Romagnoli e alle sue parole: «La gestione dei cartellini – disse – è stata molto particolare: noi a ogni minimo contatto siamo stati ammoniti o espulsi». Il Milan che venerdì sera si presenterà a Torino infatti oltre a Theo non potrà contare su Samu Castillejo e Zlatan Ibrahimovic (solo di recente stoppato da un problema muscolare al polpaccio). Dopo il film della partita, lasciò un lungo strascico polemico soprattutto il penalty regalato alla Juventus da Valeri a fine gara, al novantesimo, per un tocco di mano in area di Davide Calabria (era girato di schiena!) su rovesciata di CR7. La concessione arrivò solo dopo la consultazione del VAR. Quel Milan, il miglior Milan della stagione, uscì dal “Meazza” con il retrogusto amaro di un pareggio (1-1) che oggi, a pochi giorni dal secondo round di Torino, ha tutte le sembianze di una scalata insormontabile.