Leao, altro esame da leader non superato: il Milan cerca le sue giocate ma Rafa quando serve sparisce. Il digiuno da gol ora dura da 3 mesi
Non si prende mai (anzi, solo raramente) le sue responsabilità. Che sono tante. Rafa Leao no, in questo Milan non è un leader tecnico, non lo è ancora e chissà mai se lo diventerà un giorno. Un leader carismatico manco a parlarne, attivismo social a parte. Ecco sì, lì, davanti a uno schermo non perde mai occasione per spronare, motivare, elogiare i compagni, ogni tanto persino qualche avversario. Insomma, Rafa è un giocatore da Playstation, lo devi smuovere tu perché da solo non si accende. O meglio, solo a tratti, quando vuole.
Anche ieri a Salerno serata di alti e bassi per il portoghese, che in campionato manca all’appuntamento con il gol ormai dal 23 settembre (da tre mesi esatti). Approccio convincente, subito un paio di conclusioni, l’assist a Tomori dopo un eccellente controllo palla, poi però…il vuoto. Deserto, aridissimo. Il Milan assetato (ripreso due volte dalla squadra di Inzaghi) cerca di bere dalle giocate dell’ex Lille ma dai suoi piedi sgorgano solo timide gocce di qualità.
Milan, Leao non è un leader perché quando serve qualità si eclissa
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L’ultimo episodio, esempio lampante, nel finale dell’Arechi, con quel pallone sparato alto sul cielo di Salerno da posizione molto invitante. Quando serve Leao non c’è, si eclissa, si allontana, si defila. Un atteggiamento che stona parecchio e innervosisce la piazza (scorrete le bacheche sui social se non siete ancora del tutto convinti): è lui l’uomo con la corazza più brillante e costosa, lui con la maglia numero dieci indossata nel passato dalle più grandi leggende, lui nello spogliatoio il rossonero con l’ingaggio più alto. Leao ha più responsabilità di tutti gli altri, anche di Mike Maignan ieri finito sulla lista dei “cattivi” per l’errore mastodontico che ha regalato il 2-1 momentaneo a Candreva, e valso un 5,5 in pagella.
Vero, a Magic Mike ieri il “trucco” (che poi è abilità indiscutibile) non è sempre riuscito, ma almeno in un paio di occasioni il francese ha salvato il risultato. Ci ha messo coraggio e responsabilità, insomma Maignan alla fine si è visto. Leao manco quello. Come se a Salerno, Rafa fosse sceso a quattro giorni dal Natale solo per ammirare le bellezze del Golfo.




