Milan, Cardinale fa fuori Maldini: è il Moneyball, bellezza. Ecco i motivi e le ripercussioni sul mercato.
Partiamo da un dato: in meno di 24 ore il Milan ha perso Zlatan Ibrahimovic e Paolo Maldini, assieme a Frederic Massara. Previsioni: il Milan è destinato a perdere Brahim Diaz, dalla Spagna danno tutto per fatto, rinnovo fino al 2027. Se tre indizi fanno una prova, altro che “salto di qualità”, triplo salto carpiato…all’indietro. E occhio a sbandierare l’obiettivo quarto posto raggiunto e il fatto di essere tra le prime quattro squadre in Europa. Perché sul campo il Milan è arrivato quinto a 20 punti dal Napoli e in Champions ha dimostrato di aver fatto il passo più lungo della gamba o per dirla con Maldini, di «non essere ancora attrezzato per competere a certi livelli», nonostante San Siro, che per inciso si parla di abbattere pure quello. Viene da chiedersi se almeno le maglie rossonere resisteranno.
Il Milan non perde un direttore tecnico, perde Paolo Maldini
Perché per disfare si fa sempre presto, la natura va in quella direzione, ma per ricostruire ci vogliono tempo, competenze, soldi (tanti). La tradizione da sola non basta. Come da sole non bastano le idee. Il Milan di Pioli e di Maldini-Massara si è spinto oltre i propri limiti, proprio grazie alle idee, alla loro competenza e a quel Dna rossonero che, a patto sia sopravvissuto, era incarnato da Paolo Maldini. Ricorderete le parole di Adriano Galliani: «Paolo Maldini non è l’emblema del Milan. Paolo Maldini è il Milan». Basterebbero queste parole per far comprendere la proporzione del danno. Perché il Milan non perde un direttore tecnico. Il Milan perde Paolo Maldini. Che è come dire: il Milan perde se stesso.
Milan, il pensiero ai tifosi che auspicavano il “salto di qualità”
Senza contare la prossima stagione, il rischio o, meglio, la certezza di sentirsi ripetere: «Quanto manca a questo Milan Paolo Maldini». Lo dicevamo domenica sera con Zlatan Ibrahimovc. Questa è la dimostrazione che può sempre andare peggio. E il pensiero va alla Curva Sud, ai tifosi, che per la prima volta e in modo fermo e pacato, come siamo sempre pronti a condannare atti di violenza vanno sottolineate le manifestazioni civili, si erano esposti a San Siro: “Società, vogliamo il salto di qualità”. Accontentati. Ora le cose sono due, e veniamo alla giornata di ieri.
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Milan, addio a Maldini, ai sentimenti (e al salto di qualità?)
Milan, Maldini-Massari fatti fuori. I motivi sono due…
C’è da precisare, che a differenza di quanto emerso dalle prime indiscrezioni, ovvero che l’incontro tra Cardinale e Maldini fosse stato “interlocutorio” e come Maldini si fosse preso delle “ore di riflessione”, la verità è che la proprietà unilateralmente ha fatto fuori, sì fatto fuori, Maldini-Massara. Ora due sono i motivi. Il primo: Maldini-Massara hanno pagato il fallimentare mercato dello scorso anno e il conseguente quarto posto ottenuto dal Milan in campionato, mentre Cardinale si aspettava di vincere. Quindi, allontanati per gli acquisti sbagliati di Origi e De Ketelaere e mancanza di risultati. Oppure, secondo motivo: perché Paolo Maldini a più riprese ha ribadito come il Milan non fosse strutturato per competere a certi livelli e che la proprietà avrebbe dovuto capire le esigenze di una società unica per competenza e trofei vinti. In definitiva, Maldini propendeva per il “salto di qualità”, che la proprietà non è poi cosi smaniosa di perseguire.
Milan, Maldini paga i 35 milioni per De Ketelaere?
Premesso, chi scrive è propenso a pensare per la seconda ipotesi. Ma d’altra parte il confronto tra Cardinale e Maldini non regge e inutile elencarne i motivi o, meglio, i trofei vinti da Maldini, quello che ha rappresentato per il Milan, quello che ha fatto in questi anni da dirigente e quello che rappresenta anche ora. Perché la figura di Maldini è sempre attuale. Perché le competenze e le brave persone non passano mai di moda. A maggior ragione se elenchiamo gli acquisti degli ultimi anni: da Theo Hernandez a Leao, passando per Maignan, Kalulu, Tomori, Bennacer, Krunic e Tonali. Certo, anche De Ketelaere e Origi, ma difficile pensare che Maldini sia stato fatto fuori per colpa di De Ketelaere.
Milan, Maldini e Massara hanno incrementato il valore della rosa
Certo, sottolineiamo sempre come i fondi abbiano un altro modo di intendere il calcio e lo sport in generale, denunciando anche come siano più propensi a generare profitto che non a conseguire risultati sportivi. Vedasi il fondo Elliot, che ha acquistato il Milan per 350 milioni, salvo poi rivenderlo per 1,2 miliardi a RedBird. Anche in quest’ottica Maldini-Massara hanno incrementato il valore della squadra, vedasi tutte le operazioni menzionate in precedenza. Che ripercorriamo brevemente: Donnarumma a zero, al suo posto Maignan. Tomori e Kalulu, rispettivamente uno scarto del Chelsea e uno che non ha mai debuttato in prima squadra con il Lione. C’è bisogno di proseguire? Quindi anche utilizzando la logica del budget a disposizione con quello che Maldini-Massara hanno portato a casa, il saldo è positivo. Al netto dei 35milioni spesi per De Ketelaere.
Milan, risultati sportivi e voce bilancio
Ma anche tornando nell’ottica dei risultati sportivi Maldini-Massara sono difficilmente attaccabili: il quarto posto e le semifinali di Champions League hanno fruttato nelle casse rossonere ben 135 milioni di euro. Vediamo alla voce bilancio. Anche qui il Milan ha chiuso i primi sei mesi della stagione 2022/23 con un utile di 9,8 milioni di euro a livello civilistico, rispetto alla perdita di 12,2 milioni al 31 dicembre 2021, registrando 144 milioni di euro di ricavi (Calcio e Finanza).
Milan, com’è andata tra Cardinale e Maldini
Dicevamo come gli interessi di RedBird e gli obiettivi dello staff tecnico non potranno mai collimare, per ovvie ragioni. Maldini si rivolge dunque a Cardinale in termini netti, sottolineando la necessità di avere un fondo per il mercato per rinforzare la squadra in vista della prossima stagione, facendosi portavoce anche del “sentire comune” dei tifosi e in particolare della Curva Sud. Cardinale dal canto suo rimane fermo nella sua posizione: la dotazione per il mercato si aggira attorno ai 40-50 milioni, considerati più che sufficienti dalla proprietà, che non aumenterà mai il budget, sia chiaro, né per il mercato né tantomeno per gli stipendi. Per inciso il Milan con 80 milioni di euro è quinto in SerieA. Altro inciso, parametri zero con stipendi alti non sono contemplati, ragione per cui il Milan ha puntato tutto su De Ketelaere invece di virare su Dybala.
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Milan, è il Moneyball, bellezza
In definitiva, Maldini è stato cacciato perché la sua gestione del calciomercato è considerata “vecchia” e superata da Cardinale, che non comprende l’importanza della persona e del talento di Paolo Maldini per portare a casa giovani talenti, ma ritiene sia sufficiente un algoritmo che prenda in considerazione 25 nomi da valutare. E’ il Moneyball, bellezza. L’intelligenza artificiale applicata al pallone, che non contempla l’uomo, la sua storia, la sua competenza, cosa ha rappresentato per il Milan e il suo ruolo attuale a Milanello con i giocatori.
Milan, la posizione difficile di Cardinale
Questo è il punto. Cardinale non ha considerato che la squadra è legatissima a Maldini, una sorta di plenipotenziario di Adriano Galliani, sempre a Milanello a fianco dei giocatori, che non digeriranno molto questa soluzione da parte della proprietà. Senza considerare le ripercussioni sul mercato attuale e gli incontri con gli agenti di Loftus-Cheek, Kamada e Arnautovic, in programma per definire i primi tre acquisti.
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